Roger Federer contro Rafael Nadal era la finale sognata da tutti e non appena si è magicamente trasformata in realtà tutti, ma proprio tutti, ci siamo fiondati sulla tastiera del nostro pc per dire la nostra. Chi con un articolo tecnico sulla testata specializzata, chi con un commento sui grandi giornali ma anche l’appassionato che ci ha sempre creduto e il nostalgico che esulta per l’annullamento del concetto di tempo. Quello passa, eccome, e guai se non fosse passato splendidamente bene per i due campioni che, altrimenti, non avrebbero reso questa finale epica.

I 17 Slam di Roger e i 14 di Rafa sono il bagaglio del passato che i due portano in borsa ogni volta che entrano in campo. Sempre e ovunque avranno il pubblico dalla loro parte. Non potrà essere così domenica, dove dopo la finale della Rod Laver Arena la storia del tennis verrà ritoccata: Federer alzerà l’asticella a 18 o Nadal staccherà Sampras lanciandosi minacciosamente all’inseguimento dello svizzero?

Chi tifa Federer non può tifare Nadal, due modi diversi per esaltare il tennis, ma chi tifa l’uno sa che senza l’altro si sarebbe divertito molto meno in questi ultimi 15 anni. In linea di massima la rivalità fra i due è questa: Federer è stilisticamente perfetto, Nadal però ha grinta e colpi che lo rendono indigesto al campione svizzero. Chi non lo ha mai pensato: “Ah se non ci fosse stato Rafa”. Sì, è vero, magari Roger sarebbe a 20 Slam, forse oltre, ma che noia sarebbe stata? Meglio così, d’altronde lo sport è rivalità, dualismi e, quello tra Federer-Nadal ha esaltato l’unico vero protagonista che vincerà di certo prima, durante e dopo la finale. Il tennis! Già, questa partita, secondo me, sarà l’ultima grande finale fra loro due ed entrambi sanno benissimo che segnerà una linea di confine, un’epoca.

Giocare bene è l’imperativo per chiudere in bellezza due settimane clamorose, turno dopo turno gli dei hanno disegnato un tabellone sempre più abbordabile per Roger che ritrovava colpi e regalità. Rafa tornava, partita dopo partita, il guerriero invincibile che non molla un punto e non soffre la pressione nei momenti decisivi. Purtroppo la favola di uno dei due dovrà finire, saranno lacrime, di gioia e di dolore. Sensazioni già provate da entrambi ma ingigantite dalla sacralità di questo match fra redivivi che ha rivitalizzato tutto il circuito. Pensateci bene, se il miracolo si fosse esaurito in semifinale e il quinto set fosse stato fatale per i due, la finale sarebbe stata Wawrinka-Dimitrov. Con tutto rispetto, altra cosa. Federer-Nadal è quel film che rivedi sempre con piacere, che conosci così bene da poterti concentrare sui dettagli. Dettagli che faranno la differenza per quell’unica cosa che in questi quindici anni non sai mai fino alla fine, chi vincerà.

L’ho già detto, gustiamoci questo atto, come se fosse l’ultimo, perché un vincitore c’è già, è il tennis che verrà interpretato dai suoi migliori esponenti di sempre. Essere fra coloro che potranno vederlo e raccontarlo è un privilegio ma vi confesso che uno degli effetti miracolosi di queste due settimane è che cotanto tennis mi ha fatto venire una gran voglia di staccare la racchetta dal chiodo e tornare a giocarci. Ne sono certo, non sarò l’unico.

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Para il rigore, ma per questo portiere la gioia dura davvero troppo poco…

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