Sale a 27 il numero delle vittime nell’hotel Rigopiano, l’albergo in provincia di Pescara travolto mercoledì 19 gennaio scorso da una valanga. I soccorritori continuano a lavorare senza sosta per recuperare i corpi ancora prigionieri nel groviglio di macerie e neve dell’albergo. I dispersi a questo punto sono quattro e ormai le speranze di trovare qualcuno sono pari a zero. C’erano 40 persone nell’hotel: 28 ospiti, di cui 4 bambini tutti trovati vivi, e 12 dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e un altro dipendente, Faye Dame. “Lavoreremo ininterrottamente fino a che non avremo recuperato tutte le vittime”, ha detto il direttore dell’ufficio emergenze del Dipartimento della Protezione civile, Titti Postiglione, parlando dalla Dicomac di Rieti. “In campo – ha aggiunto – ci sono più di 200 uomini che stanno lavorando”. Intanto secondo il medico legale di parte Domenico Angelucci Gabriele D’Angelo, cameriere della struttura e volontario della Croce Rossa, sarebbe morto assiderato. Il medico ha partecipato all’autopsia: “Non ci sono segni di traumi né di asfissia come emorragie congiuntivali – spiega il medico -. Secondo noi se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”.

Il pm: “Evidenti incomprensioni su telefonate Sos”
Le indagini della Procura di Pescara proseguono e il procuratore Cristina Tedeschini nel corso della conferenza stampa ha fornito una serie di spiegazioni e chiarimenti ai giornalisti su risultati autopsia, sul ritardo con cui sono partiti i soccorsi, e sull’allerta valanghe. “I primi sei casi che sono stati acquisiti hanno dinamiche di decesso diverse l’una delle altre: schiacciamento immediato oppure concorrenza di schiacciamento ipotermia e asfissia, non abbiamo casi di esclusiva ipotermia. Ci sono state molte richieste, anche pressanti, dei parenti delle vittime che vogliono la restituzione dei corpi, chiedendoci di evitare l’accertamento autoptico, che è un ulteriore passaggio doloroso. Il mio ufficio – ha detto Tedeschini – ha scelto come modalità operativa di accertare con assoluta precisione caso per caso cosa è successo. Questo è il motivo per cui sto dicendo no, no, no ai parenti che me lo chiedono. Faccio l’accertamento autoptico e lo farò per tutti”.

Il magistrato, rispondendo alla domanda sui ritardi, ha ribadito che secondo la Procura le incomprensioni hanno fatto accumulare un ritardo di circa un’ora e mezza (2 ore e mezza secondo le ricostruzioni della stampa): “Le telefonate registrate sono state acquisite, io le ho ascoltate e mi sembra evidente che ci siano state incomprensioni relative alle richieste di aiuto lanciate da Giampiero Parete e Quintino Marcella il 18 gennaio”. “Sulla base delle informazioni in mio possesso, l’hotel era in possesso di tutte le autorizzazioni“, ha proseguito la Tedeschini. Che sempre rispondendo a una domanda ha chiarito un altro aspetto importante quello relativo all’allerta valanga che era stata innalzata dal livello 2 a livello 4 su un massimo di 5: “I bollettini Meteomont sono stati regolarmente redatti, trasmessi e ricevuti dai destinatari istituzionali. Questo è un fatto certo”.

Gentiloni: “Decreto” sulla Protezione Civile “in continuità con le scelte prese da Renzi”
“Poteri straordinari alla Protezione civile e al commissario Errani”, aveva annunciato il 22 gennaio ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Fa. Oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lo ha confermato: “La prossima settimana vareremo un decreto. Nessuno immagini che sia un ritorno all’indietro, sarà un passo avanti e molto mirato nei suoi obiettivi”. Nel corso dell’informativa in Senato sulla situazione di emergenza nel Centro Italia, il premier ha detto di rivendicare “le decisioni prese dal governo presieduto da Matteo Renzi a partire dalla prima crisi, quella di fine agosto. E penso che bisogna muoversi in continuità con quelle scelte. Abbiamo fatto le scelte giuste e necessarie”. Gentiloni ha poi annunciato: “Le risorse ci sono. Ci sono 4 miliardi nella legge di bilancio. E ce ne saranno altre, come ho anticipato personalmente al presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker“.

“Al di là di singoli errori che le inchieste accerteranno, abbiamo mostrato una capacità di reazione del sistema all’altezza di un grande Paese, non a caso abbiamo un sistema di Protezione civile all’avanguardia: non è di destra o sinistra, di questo o quel governo, è un patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto – ha detto il presidente del Consiglio – se ci sono stati ritardi e responsabilità saranno le inchieste a chiarire. Il governo non teme la verità che serve a fare meglio e non ad avvelenare i pozzi. Io che condivido la ricerca della verità, non condivido la voglia di capri espiatori e giustizieri, anche perché la storia è lesta a trasformare i giustizieri in capri espiatori”.

“Credo sia stato messo in atto ogni sforzo possibile dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico per cercare di salvare i dispersi”, ha affermato il presidente del Consiglio parlando in particolare dell’albergo di Rigopiano. “Sono 11mila, oltre a quelli dei Comuni e delle Regioni, i soccorritori che si stanno prodigando per salvare le vite. Di questi soccorritori – ha aggiunto – siamo orgogliosi perché sono dei cittadini italiani esemplari“. “Dall’Aula credo debba venire forte e unanime un sentimento di cordoglio e di compassione per le vittime”, ha detto il premier a Palazzo Madama, dove i senatori si sono alzati tutti in piedi per applaudire. A Rigopiano, ha continuato, c’è stata “una coincidenza micidiale che non si ricorda davvero a memoria d’uomo” tra “una nevicata di dimensioni eccezionali e le scosse del terremoto”.

La funzionaria che non credette all’allarme ascoltata in Questura: “Ho la coscienza a posto”
La funzionaria della Prefettura che mercoledì 18 prese la telefonata del ristoratore Quintino Marcella (audio), è stata ascoltata martedì in questura. “Ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L’importante è avere la coscienza a posto, e io ce l’ho. Tutto il resto, le polemiche di questi giorni, non m’interessa”, ha detto la donna a Repubblica. “Ero appena rientrata in ufficio da una malattia – ha raccontato – prima è scoppiata l’emergenza neve, poi quella del sisma. C’era bisogno di gente nell’unità di crisi e ho dato la mia disponibilità”. “Il mio compito – ha poi precisato al quotidiano – era rispondere alle chiamate dall’esterno“. Anche a quella dell’amico di Giampiero Parete, Marcella:  “Non devo dare spiegazioni a lei – replica al giornalista – Nella sala operativa eravamo in tanti, non c’ero solo io”.

La funzionaria in Prefettura si occupava del settore economico e contabile. Stava facendo un lavoro che non era il suo e quando riceve la prima telefonata d’allarme, la bolla come “uno scherzo” da “imbecilli”. La Repubblica ha ricostruito il suo dialogo con Marcella, in cui la donna non crede al crollo dell’albergo, perché è “una storia che gira da stamattina” ma in realtà “i vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli“. La funzionaria in quel momento si limita a ripetere quello che le è stata riferito. Da quella prima telefonata, tra confusione ed equivoci, trascorrono due ore e 31 minuti prima che l’allarme venga preso sul serio, ma questo lasso di tempo è stato ristretto dalla Procura.

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