Una piattaforma gratuita online che raccoglie con “trasparenza” e “affidabilità” dati, informazioni e caratteristiche delle organizzazioni non profit italiane, e consultabile dai potenziali finanziatori come punto di riferimento di qualità. Così nasce Italia non Profit, presentata il 25 gennaio a Milano, che ha l’intento di “rivoluzionare il sistema filantropico italiano” e l’obiettivo di “sostenere lo sviluppo e la diffusione della cultura della donazione consapevole“, colmando l’assenza di un registro unico degli enti del terzo settore. 

Il progetto è stato ideato da due ragazze, Giulia Frangione e Mara Moioli, cofondatrici della start-up a vocazione sociale che ha dato il nome alla piattaforma. Grazie ad un archivio digitale, coinvolge gli enti senza scopo di lucro nella compilazione di un questionario online che esplora diversi aspetti delle diverse organizzazioni, verificando la correttezza delle informazioni, e permette agli utenti di trovare i diversi servizi di utilità sociale, di approfondire la conoscenza sul Terzo settore, di scaricare ricerche, report e analisi (in parte gratuiti, in parte a pagamento).

Come sottolineano Frangione e Moioli si parla “da anni di diffusione della cultura del dono e di quanto la trasparenza e la misurazione siano fondamentali per la crescita delle donazioni nel nostro Paese. Questi due elementi da soli però non bastano. La trasparenza è solo il punto di partenza, non quello di arrivo. Le informazioni rafforzano l’operato delle organizzazioni e la loro capacità di costruire legami fiduciari. Il dato per il dato, se non supportato da un legame, rischia di essere un esercizio di stile (e in ogni caso, ben venga!). Al contempo, la retorica dell’accountability non sostanziata da rendiconti e narrazioni, è un’opportunità sprecata!”. “Per questo motivo – spiegano le ideatrici del progetto – siamo uno strumento per gli enti (a supporto delle loro relazioni), e uno strumento per i donatori (a supporto delle loro scelte). Ed è grazie al sostegno dell’Associazione italiana fundraiser e degli enti che si sono prestati al percorso di test e analisi con grande disponibilità e lungimiranza, che adesso Italia non profit può uscire. Loro per primi hanno aderito a questo nuovo modo di raccontare il terzo settore. Chi vorrà aprirsi, da oggi potrà farlo. Chi vorrà informarsi, perché scettico o curioso o appassionato, saprà dove poterlo fare”.

Alla piattaforma si sono registrate oltre 100 organizzazioni non profit distribuite per forma giuridica in fondazioni (21%), associazioni riconosciute (58%) e associazioni non riconosciute (21%). Le dimensioni economiche (totale dei proventi da attività tipica, da raccolta fondi e da attività promozionale) dei soggetti interessati risultano molto eterogenee e si attestano intorno ai 4mila euro per gli enti più piccoli, fino a raggiungere i 106 milioni di euro. Come si presentano le organizzazioni non profit verso l’esterno? Tutti sono presenti sul web con un sito o un blog, il 90% gestisce una pagina Facebook, il 67% un account Twitter, il 27% un contatto Linkedin e il 75% gestisce un proprio canale Youtube.

Articolo Precedente

Il teatro del Papa apre le porte ai bambini arcobaleno, Cirinnà: “Superare lo stereotipo della famiglia tradizionale”

next
Articolo Successivo

Roma, nuovo progetto per disabili: “La sfida? Welfare con poche risorse”

next