Un giordano residente a Varese, titolare di un’attività di money transfer in città, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di calunnia e procurato allarme nell’ambito dell’operazione “Fadi”, condotta dalla Procura di Varese e da quella di Milano. Secondo gli investigatori, il 39enne ha millantato contatti con organizzazioni terroristiche, con l’obiettivo di ottenere denaro e altri benefit. L’uomo avrebbe agito per evitare di restituire la somma di 30mila euro che alcuni connazionali gli avevano versato per l’acquisto di macchinari industriali in Italia. Per sottrarsi al pagamento del debito dopo che l’affare non era andato in porto, quindi, a marzo dell’anno scorso ha denunciato i creditori accusandoli falsamente di fare parte di gruppi terroristici e di averlo minacciato di morte. Ha raccontato di essere stato invitato dai connazionali a recarsi in Egitto e in Turchia e di aver incontrato in una casa, tra guardie armate e bandiere dell’Isis, un siriano che gli avrebbe chiesto la disponibilità di utilizzare il suo negozio di money transfer a Varese come tramite per consegnare grosse somme di denaro a mediorientali residenti in Europa.

L’attività investigativa ha permesso di svelare una serie di incongruenze e contraddizioni tra quanto dichiarato e denunciato dall’uomo (H.F.T.) e quanto in realtà accertato nel corso delle indagini, con specifico riferimento ai suoi effettivi spostamenti e viaggi, alla natura dei rapporti con le persone accusate e, di conseguenza, alla genesi della sua falsa denuncia. Infatti, attraverso l’esame delle posizioni GPS e delle reti wireless agganciate dai suoi apparati cellulari, oltre che dalla messaggistica recuperata dall’applicazione Whatsapp, è stato accertato che il denunciante, non solo non si era recato in Turchia nel periodo indicato, ma aveva anche soggiornato nella città del Cairo per un numero di giorni inferiore rispetto a quelli raccontati.

L’uomo aveva anche indicato l’imminente arrivo all’aeroporto di Malpensa di un terrorista ricercato dalle autorità francesi. Dopo aver sporto denuncia era riuscito a ottenere misure di protezione e vigilanza anche a favore della sua famiglia, poi sospese dopo gli approfondimenti investigativi. L’uomo è stato condotto nel carcere di Varese.

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