Se non è una guerra, tra Germania e Italia, poco ci manca. E Roma sceglie di farlo con Fca, Fiat Chrysler, che ormai di italiano ha ben poco. La Germania, la cui Volkswagen è stata travolta dal Dieselgate negli Stati Uniti dove nei giorni scorsi è stato addirittura arrestato il top manager Oliver Schmidt, dopo mesi di diatriba con l’Italia oggi ha chiesto all’Ue il ritiro di tre modelli. “La proposta tedesca è irricevibile non si danno ordini ad un Paese sovrano come l’Italia” dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio al Tg1. “L’Autorità di omologazione italiana è quella deputata a stabilire la correttezza dei dispositivi e noi l’abbiamo stabilita esattamente come loro hanno stabilito la irregolarità sulla Volkswagen. Queste sono relazioni tra buoni vicini che si rispettano. Noi non abbiamo niente da nascondere e i dati sono a disposizione della Commissione Europea che ha messo in piedi una camera di mediazione. Ma non accettiamo imposizioni per le campagne elettorali o per le tensioni interne ad un Paese”. Nei giorni scorsi però il FattoQuotidiano ha dimostrato come ci siano delle lacune in alcuni test.

Il ministero chiede chiarimenti: “Nessun appuntamento disdetto”
Delrio ha anche scritto alla Commissaria europea all’Industria e al Mercato Elzbieta Bienkowska chiedendo chiarimenti rispetto alle dichiarazioni attribuite alla Commissione Europea sul comportamento dell’Italia relativamente al caso emissioni Fca e ha ribadito la correttezza dell’operato. “È necessario ribadire che, al contrario di quanto dichiarato dalla portavoce della Commissione Ue per l’Industria, Lucia Caudet, l’Italia ha sempre puntualmente risposto alle richieste della Commissione Ue. Dire che l’Italia ha disdetto l’appuntamento, quando i due Paesi e la Commissione stanno solo cercando una data comune, è una ricostruzione perlomeno infondata”. Da Bruxelles lunedì pomeriggio era arrivata una sorta di ultimatum con lo spauracchio di possibili infrazioni se l’Italia non avesse risposto al più presto, ma anche su questo punto è arrivata una replica secca: “Il Mit ha proposto date nei mesi di gennaio, febbraio e marzo ed è in attesa di conoscere la disponibilità da parte della Commissione e della controparte tedesca”. Ma non solo “si ribadisce che la Dg Motorizzazione ha tenuto costantemente aggiornata la Commissione e gli organi tedeschi, con leale collaborazione, in materia di emissioni. Non risulta da verifiche del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che la Commissione europea abbia compiuto verifiche proprie che confermino gli esiti dei test tedeschi sui veicoli Fca”.

Il ministero: “Fiat 500X conforme. Nessuna manipolazione”
“Nell’aprile e maggio 2016 – a prescindere dalla campagna di prove avviata dal ministero sui veicoli Euro 5b coinvolti dal dieselgate Volkswagen – l’Autorità di omologazione tedesca (Kba) ha chiesto con due lettere alla corrispondente Autorità italiana, la Direzione generale Motorizzazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti, una specifica verifica rispetto alla conformità del veicolo Fiat 500X, Euro 6, alle prescrizioni in materia di emissioni inquinanti. La Dg Motorizzazione ha effettuato le necessarie verifiche ed inviato una dettagliata relazione alle autorità tedesche, dalla quale si evince che Fiat 500 X, a differenza di quanto sostenuto dalla Germania, è conforme alla normativa vigente. Sul veicolo non è stato riscontrato alcun sistema di manipolazione defeat device non ammesso dalla vigente normativa”.

Il ministero dei Trasporti sottolinea che “sulla base della norma vigente si è in presenza di un defeat device vietato quando, riconoscendo il posizionamento del veicolo sul banco, interviene appositamente durante il ciclo Necd di omologazione per ridurre le emissioni. La strategia di controllo delle emissioni adottata da Fca non prevede lo ‘spegnimento’ del sistema di ricircolo dei gas di scarico (Egr) decorsi 22 minuti di funzionamento del motore, come invece asserito dal Kba, ma piuttosto – prosegue la nota – la sua modulazione necessaria ai fini di protezione del motore contro i rischi di danneggiamento, ciò in piena compatibilità con l’art. 5.2 del regolamento 715/2007/CE”. Tutto ciò, prosegue la nota del Mit, “è stato rappresentato alla Commissione europea ed alla Germania in occasione della prima riunione del Comitato di mediazione specifico sulla Fiat 500 X tenutasi a Bruxelles il 4 novembre 2016, ove si stanno confrontando i due Paesi. Ulteriori dettagliate informazioni saranno fornite alla Commissione in vista della prossima riunione del comitato di mediazione sulla Fiat 500 X a cui l’Italia parteciperà”.

Prima di Delrio aveva parlato anche altri due ministri. Quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Non accettiamo lezioni: rigore e trasparenza a partire dal caso Volkswagen”, mentre il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda su Twitter a chi domanda perché tanta energia nel difendere Fca dice: “Dà lavoro a circa 70.000 persone in Italia. Una ragione più che sufficiente”. E mercoledì Paolo Gentiloni incontrerà Angela Merkel a Berlino.

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