In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato dedicata ai bambini in fuga, Papa Francesco dedica la riflessione che segue l’Angelus in piazza San Pietro interamente ai migranti, ai quali aveva già indirizzato una lettera l’8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine Maria. L’attenzione del Pontefice si concentra sui minori non accompagnati, dei quali troppo spesso si perdono le tracce una volta sbarcati o giunti nel nostro Paese. “Questi nostri piccoli fratelli, specialmente se non accompagnati, sono esposti a tanti pericoli. E, vi dico, sono tanti. È necessario – è l’appello del Pontefice – adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti la protezione e la difesa, come anche la loro integrazione”. E proprio oggi alcuni minori stranieri non accompagnati hanno scritto una lettera al santo padre che si conclude con queste parole: “Abbiamo la speranza che le cose possono ancora cambiare”.

“Il numero dei migranti minorenni, vulnerabili e senza voce giunti nelle nostre regioni è in crescita, così come è in aumento il numero dei bambini che approda in Italia senza i genitori. Si tratta di una realtà che interroga le coscienze di ciascuno e l’intera società. In discussione sono, infatti, valori fondanti della civiltà perché nei diritti e nelle opportunità dei più giovani si specchia il grado di umanità, di libertà, di coesione dell’intera comunità”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Viviamo un tempo di grandi cambiamenti e di epocali movimenti di persone – dice il capo dello Stato in un messaggio alla Fondazione Migrantes, sempre in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato – la crescita dei flussi migratori, sospinti da guerre, da violenze, da squilibri ambientali e sociali, da ingiustizie, suscita ammirevoli espressioni di fraternità e solidarietà, ma anche reazioni di paura, e talvolta di chiusura. E’ necessario affrontare alla radice i problemi che questi fenomeni pongono con intelligenza e lungimiranza, senza rinunciare ai principi di rispetto della vita e della dignità dell’uomo, che sono parte della identità europea e sui quali poggia la speranza stessa di un futuro migliore”, aggiunge. E rilancia: “L’integrazione degli immigrati, a partire proprio dai più giovani, che ci guardano con maggiore speranza, costituisce un’opportunità per loro e per noi, e questa può produrre i risultati migliori se c’è rispetto della legalità e se l’Unione Europea diventa capace di corresponsabilità nel programmare le politiche e nel suddividere impegni e oneri. E’ questa una sfida che riguarda le persone come le comunità intermedie, le forze sociali, le istituzioni, per sconfiggere le paure e offrire ai giovani, a tutti i giovani, qualunque sia il colore della loro pelle, gli strumenti per diventare protagonisti e costruttori di un mondo sostenibile e più giusto”

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