Le fiamme divorano mentre il fumo diventa un muro invalicabile. Sono riusciti a salvarsi tutti, tranne uno. Ucciso nell’incendio scoppiato nella tarda serata di mercoledì 11 gennaio nell’ex mobilificio Aiazzone a Sesto Fiorentino (Firenze), occupato da due anni e divenuto un rifugio per un’ottantina di migranti, per lo più somali. Quando le fiamme sono divampate (le cause sono ancora da accertare), tutti si sono salvati tranne un 44enne somalo (non un 35enne come riferito all’inizio). L’uomo è stato ritrovato all’interno del fabbricato dai Vigili del fuoco, intervenuti con 35 uomini e più mezzi. Le condizioni del 44enne sono apparse subito critiche, è stato a lungo rianimato, inutile poi la corsa in ospedale. Secondo un testimone, “era riuscito a salvarsi dalle fiamme ed uscire dal capannone, ma quando si è accorto che i documenti per il ricongiungimento familiare erano rimasti dentro è rientrato per recuperarli, ma purtroppo non è più riuscito ad uscire, probabilmente perché la sua camera era una delle più lontane dalla porta”. “Sono stato io a chiamare i vigili del fuoco – aggiunge Mohamed Alì – ma quando abbiamo dato l’allarme molta gente aveva già difficoltà ad uscire perché non si vedeva niente per il fumo. Mentre aspettavamo i vigili del fuoco abbiamo cercato noi di spegnere l’incendio”. Portati via dall’ambulanza anche altri due stranieri perché intossicati: dal 118 si spiega che le loro condizioni non sarebbero preoccupanti. Tra le prime ipotesi al vaglio degli investigatori, quella che le fiamme si siano sprigionate in seguito al tentativo da parte degli occupanti di scaldarsi con mezzi di fortuna.

L’incendio e la morte del 44enne hanno innescato la protesta di una cinquantina di stranieri che è entrata all’interno di Palazzo Strozzi, sede della mostra dell’artista cinese Ai Weiwei. I manifestanti hanno occupato le scale che portano al primo piano del Palazzo, dove è allestita l’esposizione che attualmente è chiusa proprio in seguito alla protesta. Insieme agli extracomunitari ci sono anche esponenti del Movimento di lotta per la casa. Tra questi Lorenzo Bargellini che dichiara: “Dopo l’incendio nessuno si è fatto avanti per offrire una sistemazione, in prefettura abbiamo trovato una porta chiusa, per cui rimarremo qui quanto più possibile nella speranza di sbloccare la situazione”. All’interno di Palazzo Strozzi, a seguire l’evolversi della situazione, alcuni appartenenti a polizia, carabinieri e vigili urbani.

Lo stabile che un tempo ospitava il mobilificio Aiazzone, in via Avogadro, era stato occupato nel dicembre 2014 da una cinquantina di extracomunitari, tutti, secondo quanto spiegato all’epoca dal Movimento di lotta per la casa, profughi richiedenti asilo che erano stati in precedenza ospitati per alcuni mesi in strutture di accoglienza. Una comunità poi praticamente raddoppiata. Per loro ora la notte proseguirà in tenda: il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, arrivato a sua volta in via Avogadro dove sono intervenuti carabinieri, polizia, vigili urbani, protezione civile e sanitari, ha cercato soluzioni contattando anche i comuni vicini e la prefettura. Ma gli extracomunitari non hanno voluto andarsene, non volevano dividersi. Sono rimasti vicino all’ex capannone: per loro, nell’attesa, distribuite coperte e bevande calde, date le rigide temperature. Proprio per il freddo era stato montato anche un punto medico avanzato. Alla fine è stato deciso di allestire due grandi tende, nella vicina piazza Marconi.

Intorno alle due si è poi concluso l’intervento dei pompieri: spente le fiamme, ultimate le verifiche all’interno dell’immobile, suddiviso in tanti locali dagli occupanti, per accertarsi che non ci fosse qualcun altro. I controlli sono stati negativi: nessun disperso, hanno confermato i Vigili.

Intanto il Comune sta lavorando per trovare una soluzione alternativa alle tende. “Tutti ci siamo adoperati per trovare una sistemazione agli stranieri coinvolti, mettendoci a disposizione del Comune di Sesto che ha gestito con attenzione e scrupolo tutti i passaggi”, ha affermato Angelo Bassi, consigliere delegato della Protezione civile della Città metropolitana di Firenze che era stata allertata per allestire un pronto soccorso da campo. Nella notte “abbiamo distribuito ottanta coperte a quanti erano scappati dall’incendio”.

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