Erode pare abitare nei vicoli del rione Forcella. Questa volta centrata al piede e alla gamba è una bambina di 10 anni.

E’ in strada insieme al papà. Un forte bruciore, un rivolo di sangue. Ci sono due ospedali in zona, ma entrambi per la nuova riorganizzazione della sanità, non hanno più il pronto soccorso. L’ambulanza dirotta prima al Loreto mare poi si decide per il trasferimento al presidio pediatrico del Santobono – zona collinare. La piccola viene operata. I medici riescono ad estrarre la pallottola. E’ fuori pericolo. E’ un miracolo. E’ stato un raid di camorra. Consumato poco dopo mezzogiorno quando è brulicare di gente nelle viuzze poco distanti dal centro storico di Napoli.

Obiettivo della spedizione punitiva è un ambulante africano. Vende borse e pellame. E’ bravo. Modi spicci e tanta simpatia in un mix napoletan-africano. Pare si fosse rifiutato di versare la rata di Natale del racket. C’era già stata una discussione il 23 dicembre, antivigilia di Natale. Qualcuno gli aveva ricordato che la quota doveva essere versata. Lui ha fatto spallucce. “In tasca non ho niente. C’è crisi”, avrebbe detto. Sono tornati. Sul bloc-notes risulta che altre volte non ha pagato. Gli sono andati di nuovo sotto. “I soldi li devi cacciare. Finisci di fare o’ strunz”, gli hanno gridato addosso. A quel punto, il parapiglia. Ne nasce un’animata discussione a cui solidalmente partecipano altri quattro ragazzi senegalesi.

Sembrava tutto finito. Invece, trascorre mezz’ora ed ecco sbucare sei giovani armati di bastoni e catene: vogliono liberare la strada. Via gli ambulanti che si rifiutano di pagare al clan. Si mette male. Non è giornata. C’è la reazione degli ambulanti. A quel punto spunta il revolver. I proiettili centrano tre ambulanti e la bambina. E’ il fuggi fuggi in via Annunziata, un’antica viuzza nei pressi di piazza Calenda e dal teatro Trianon, stretta tra la Basilica della Santissima Annunziata Maggiore e l’ospedale dell’Annunziata. Questa volta la vittima innocente, l’effetto collaterale insieme ai senegalesi è stata ‘solo’ centrata a un piede e alla gamba.

Duchesca e Maddalena sono antiche aree popolate da centinaia di bancarelle mentre a poca distanza ci sono i mercatini multietnici della zona della Stazione Centrale. Ci convivono napoletani e stranieri ma tutti devono versare la gabella alla camorra. E’ una legge che vale indipendentemente da chi comanda. Torna il tema della sicurezza, del controllo del territorio, delle pratiche della legalità. Sono fiammate improvvise, incendi di violenza, vortici di immane violenza criminale. Però al raccapriccio, all’amarezza, al ripiombare nell’estremo pessimismo occorre vedere oltre il buio.

“Giovedì 5 gennaio alle 16 e 30 vi aspetto tutti nella nostra biblioteca in via Vicaria Vecchia per festeggiare la befana con uno spettacolo artistico e la consegna gratuita dei doni a tutti i bambini. Non mancare!”. E’ l’invito di Giovanni Durante, il papà di Annalisa, la 14enne, uccisa sedici anni fa, nel corso di una sparatoria tra camorristi in via Vicaria Vecchia proprio a Forcella dove ora sorge la biblioteca e una scuola intitolata alla sua memoria che invita i bambini, i ragazzi del rione ad una festa. La strada non è semplice. La strada è in salita. Domani pomeriggio nella biblioteca di Forcella i tanti bambini oltre a pensare a Annalisa, simbolo di riscatto manderanno un pensiero alla loro coetanea di 10 anni ferita oggi. Napoli è soprattutto anticorpi contro la camorra.

Ora le forze dell’ordine e la magistratura con l’aiuto di chi conosce particolari su quel raid devono assicurare alla giustizia i colpevoli. Come canta Pino Daniele oggi nell’anniversario della sua scomparsa: Napule è mille culure Napule è mille paure Napule è a voce de’ criature…

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