Lunedì 2 gennaio, prima mattina: a Roma l’aria è pungente, ma c’è un bel sole. Mi sono avanzati dal 2016 un po’ di bollettini postali da pagare appena possibile: mi avvio all’ufficio postale di buon passo, fiducioso che non ci sarà fila. E, invece, lo trovo affollato: un popolo di pensionati in attesa appare subito evidente. “Eh già – penso, irritandomi con me stesso -: è il primo giorno lavorativo dell’anno e lo è pure del mese, si pagano le pensioni”. Poi, sempre tra me e me, mi correggo: “Però, da oggi, anzi da ieri, le pensioni non si pagano più il primo giorno lavorativo del mese, ma il secondo”, con un provvedimento la cui unica logica mi pare quella di fare risparmiare un po’ di soldi all’Inps.

La folla di pensionati staziona fra me e il mio turno. Da dietro il banco, una voce di donna urla forte: “Oggi, le pensioni non si pagano. Tornate domani”. C’è un brusio: è un rincorrersi di “Che ha detto?”, un infittirsi di “Perché?”. Ma l’annuncio in parte funziona: quelli che hanno un senso dell’autorità forte, e quelli che, come me, si ricordano tardivamente della novità, abbandonano la coda, per altro ben regolata dai preziosi numerini anti-lite. Qualcuno resta al suo posto: vuole capire, farsi spiegare.

In men che non si dica, mi ritrovo proiettato davanti all’impiegata, cui affido i miei bollettini: è proprio lei quella che ha lanciato il sonoro avviso. “Forse – azzardo una conversazione, cui sono peraltro negato -, bisognerebbe spiegare che sarà così d’ora in poi tutti i mesi, che bisogna venire il secondo giorno lavorativo e non il primo… Altrimenti, la scena si ripeterà ogni mese”. L’impiegata mi guarda un po’ interdetta, forse non capisce perché m’immischio.

I pensionati continuano a entrare. Un’altra voce si leva da dietro il banco: “Andate via!, le pensioni non si pagano più…”. La frase esce monca: mancano l’oggi e l’aggiunta rassicurante che si pagheranno domani. Questa volta, c’è fra i pensionati in fila un moto di sorpresa, un vocio d’ansia, uno urla con un filo di voce “Ma che cosa dice?”, un’altra è incredula “Ma non è possibile!”. La responsabile dell’ufficio interviene: spiega, chiarisce, tranquillizza. Esco che quasi tutti stanno uscendo: senza pensione, ma senza troppo cruccio.

In testa, mi annoto: ricordarsi, il primo giorno del mese, che era da bollino rosso, è ora buono per la posta; il secondo diventa proibitivo.

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