C’è un qualcosa di romantico nelle Ferrari che vengono prodotte in serie limitatissima, se non addirittura come esemplari unici: quell’eccellenza tecnica che contraddistingue le Rosse viene condita dalla volontà di comunicare un messaggio specifico attraverso il linguaggio del design, fatto di suggestioni e puro impatto visivo.

Concetti che sono più tangibili che mai sulla J50, l’ultima creatura di Maranello, progettata per celebrare i 50 anni della presenza Ferrari in Giappone. Limitata ad appena 10 esemplari, la supercar del Cavallino è stata ideata dal Centro Stile Ferrari, diretto da Flavio Manzoni. Fin da prima che la matita toccasse il foglio bianco, l’obiettivo è stato quello di creare un design “radicalmente futuristico che ben si combina ai gusti di una clientela da sempre amante dell’innovazione”, come quella nipponica.

Osservando le linee della J50, presentata al National Art Center di Tokyo, si comprende come il desiderio della Scuderia di Maranello sia quello di innovare costantemente senza tuttavia scordarsi del proprio (glorioso) passato. Non a caso questa roadster due posti secchi con motore posteriore-centrale resuscita il tetto asportabile tipo targa, caratteristico di alcune vetture stradali del Cavallino Rampante degli anni ’70 e ’80, come le versioni GTS della 308, 328, 348 e F355. L’hard top in fibra di carbonio è diviso centralmente in due pezzi che si possono riporre dietro i sedili.

“L’obiettivo dei designer – si legge nella nota diramata dal costruttore – era quello di creare una roadster molto ribassata, che incarnasse i valori di leggerezza e agilità tipici della Ferrari”. In questo senso è stato determinante il lavoro svolto sulla fiancata della J50 “dall’interazione tra le due principali direttrici: il bordo inclinato superiore del finestrino, in continuità con il filo parabrezza, e la linea di fuga nera inclinata che, dalla parte inferiore del muso, corre lungo le portiere fino a perdersi nelle prese aria laterali”. Da notare anche la maniglia della portiera integrata nella nervatura che dà origine allo scavo laterale – di dimensioni più contenute rispetto a quello presente sulla 488 GTB/Spider – da cui il motore aspira aria.

Peraltro la linea di fuga nera incorpora anche l’indicatore di direzione laterale (che quando è spento è praticamente invisibile), ed omaggia vetture iconiche come la GTO, F40 e F50: si tratta di un elemento che “altera la percezione della linea di cintura, fissandola di fatto a un’altezza decisamente inferiore rispetto al solito”. Il complesso creato da superfici vetrate e montati scuri genera un intrigante “effetto visiera”, già usato pure sulla one-off 458 MM e ripreso dalle barchette Ferrari da competizione del passato.

Tuttavia il mantra dello stile è che “la forma rispetta la funzione”: per questo la J50 ha beneficiato di uno studio aerodinamico mirato ad integrare le linee con le necessità fluidodinamiche di un corpo vettura prevalentemente realizzato in fibra di carbonio in maniera quasi artigianale. I radiatori anteriori sono stati riposizionati più vicini fra di loro rispetto al modello di origine, la 488 spider, per consentire un disegno inedito del paraurti anteriore. Ciò ha permesso di disegnare un cofano basso al centro e con la sommità dei passaruota in rilievo.

Il complesso è valorizzato dai due canali d’aria in fibra di carbonio che caratterizzano il frontale della J50 e rendono tutto l’insieme più estremo. Rastremato invece lo stile dei proiettori anteriori Full-LED: quasi due “tagli” di luce, vicini concettualmente a quanto visto sulla FXX K e 488 Challenge. Peraltro è la prima volta che Ferrari utilizza fari a diodi luminosi per una vettura stradale. In coda invece la fanaleria è mutuata dalla GTC4Lusso, con doppi elementi circolari a LED che omaggiano il passato del marchio e contribuiscono a generare quella sensazione di larghezza e stabilità tipica delle auto ad altissime prestazioni.

“La trasversa superiore del parabrezza è stata abbassata per consentire un flusso maggiore sopra il profilo aerodinamico posto dietro alla cabina e sullo spoiler posteriore”. Parte integrante del design è anche il propulsore V8, quasi esposto in vetrina: è visibile attraverso una cover trasparente senza soluzione di continuità dei due roll hoop separati che proteggono la testa di guidatore e passeggero. Inoltre la superficie vetrata con bombature laterali mette in evidenza le testate del propulsore. Un’ala trasversale unisce i due roll-bar, “rivisitando una delle caratteristiche peculiari delle Ferrari sport prototipo degli anni ’60.”

Decisamente caratterizzante anche il generoso profilo alare ad alto carico aerodinamico che sovrasta la coda, si integra con essa e contribuisce ad allargare visivamente il corpo vettura. “Il diffusore presenta un estrattore la cui forma è ispirata ai postbruciatori dei motori a reazione aeronautici”.

Ciliegina sulla torta sono i cerchi forgiati da 20” disegnati esclusivamente per questo modello. All’interno dell’abitacolo sono presenti specifiche finiture, completamente personalizzabili dalla clientela. I più attenti avranno notato che, nonostante l’auto sia destinata alla clientela di un paese (il Giappone) con posto di guida a destra, la J50 ha la guida a sinistra: si tratta di un voluto omaggio all’italianità dell’auto, che passa anche per questo curioso particolare. La J50 svelata a Tokyo, che vedete in foto, si caratterizza per il colore rosso tri-strato e gli interni rosso/nero rivesti in pelle e Alcantara.

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