Voi anime del No siete molteplici ma vi suddividerei in tre: chi ha votato per interesse politico, chi si è posto contro il contenuto della riforma, chi è in crisi per la propria situazione lavorativa, precario o insoddisfatto del futuro perché vede più incertezze che speranze, e ha votato come protesta contro Renzi.

A voi sento di rivolgermi perché possiate essere disposti a capire i motivi per cui sia proprio un governo Renzi, dopo nuove elezioni, la scelta migliore per portare ognuno di noi verso una situazione più favorevole.

Saremo di fronte a un bivio quando ci verrà chiesto di scegliere tra un programma di un centrosinistra liberale che le riforme ha dimostrato di farle e le proposte di trasformarle in leggi, o la scelta di un programma di protesta, ribellione e buoni propositi di un Movimento 5 Stelle contro cui non nutro alcun pregiudizio, come non lo nutro verso chi è insoddisfatto e vuole cambiare.

Credo però che l’insoddisfazione vada veicolata verso proposte costruttive da parte di chi ha già dimostrato di poter cambiare le cose.

Eppure, leggendo l’intervista del deputato Alessandro Di Battista, rilasciata al quotidiano tedesco Die Welt e ripresa da La Repubblica, qualche dubbio mi è venuto sulle sue capacità di inquadrare la situazione e proporre soluzioni perseguibili. L’M5S aspira al governo e cosa afferma uno dei suoi leader? Che l’Italia si rilancia tagliando le tasse alle piccole e medie imprese (Pmi) ed eliminando i 60 miliardi di corruzione. Lapalissiano.

Quando frequentavo l’università ho creato da zero e poi gestito per dieci anni una piccola impresa nell’abbigliamento, partita dall’Italia e poi portata nei mercati di 30 Paesi nel mondo: sarei felice di vedere tagliare massicciamente le tasse alle piccole imprese, ma come?

Lo sa Di Battista che l’ex governo Renzi ha ridotto l’Ires dal 27 al 24%, tagliato la componente lavoro dell’Irap e introdotto l’iper ammortamento per detassare gli investimenti in macchinari produttivi? Si ricorda che nel quadro di criticità in cui l’Italia versa vi è un segno più importante che è quello dell’occupazione a tempo indeterminato, che deriva dal taglio delle tasse sui nuovi assunti reso legge dall’ex governo? Ha letto di Battista il piano “Industria 4.0”  al quale ha ovviamente votato contro  dove sono stati stanziati fondi (detassazione) come mai fatto per lo sviluppo digitale delle imprese italiane?

La corruzione mi fa schifo e mi piacerebbe vederla scomparire per sempre, ma come? Si ricorda che è stato il governo Renzi a istituire l’Anac, a farla gestire da un gentiluomo competente come l’ex magistrato Raffaele Cantone, e che questo è stato un primo passo di una battaglia che senza facili populismi sarà lunga e difficile?

Leggo nell’intervista a Di Battista che si riparte dal taglio dei costi alla politica, e sono d’accordo, ma mi sembra che l’M5S abbia votato contro un primo concreto taglio di costi alla politica, no? Questo è agli atti, il taglio futuro no. L’onorevole cittadino dice che dall’enogastronomia, dalla cultura e dal turismo l’Italia può ripartire. Su questo non posso che trovarmi d’accordo, come testimoniano i miei post su questo sito. Alla Leopolda del 2012 parlavo della Bellezza come petrolio dell’Italia.

Ma forse, di Battista non sa che questo governo ha portato al record di export nella storia italiana, che l’agroalimentare non è mai stato così forte, e che se si è ridotto il fenomeno dell’Italian sounding e ne aumenta sempre più la riconoscibilità nel mondo è anche grazie al successo di quell’Expo che l’M5S avrebbe chiuso tout court? Lo sa che nel piano Industria 4.0 vi sono 100 milioni per la promozione digitale del Made in Italy, e che le Pmi che lottano per esportare hanno visto finalmente un governo fare sistema, lavorare insieme a Camere di Commercio, Ambasciate e una rinata Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) per rappresentare in maniera unica il Paese, le sue aziende e i suoi lavoratori? Queste azioni hanno favorito la crescita del turismo e dell’enogastronomia; Di Battista auspica questo tipo di risultati, ma senza dire come ci arriverebbe concretamente.

E’ a conoscenza del fatto che l’Italia è tra i primi esportatori al mondo di macchinari industriali, meccatronica, biotecnologie, farmaceutica e molti altri settori che sono la spina dorsale del Paese? E’ al loro successo che l’M5S si dovrebbe rivolgere per potersi permettere l’erogazione del reddito di cittadinanza?

Quali competenze e proposte ha il Movimento 5 stelle su queste tematiche?

E’ facile protestare, molto più difficile governare il Paese più incrostato del mondo, soprattutto se manca la conoscenza reale di come vada quel mondo produttivo, quello che dà lavoro a tutti.

E questo per dire a voi, anime del No, che ogni insoddisfazione è legittima: la disoccupazione è ancora troppo alta, le diseguaglianze persistono, le tasse sono ancora troppe, la burocrazia ancora troppo farraginosa e la corruzione ancora troppo alta.

Tuttavia, sono stati fatti passi avanti che non possono essere negati: questo governo ha fatto in 1.000 giorni più di quanto fatto dai precedenti esecutivi negli ultimi 14 anni. Se abbiamo cominciato piano piano a risalire (certamente non ancora in modo omogeneo e in tutte le componenti sociali) è per effetto di quanto fatto.

Abbiamo ora un Paese in cui il diritto all’amore è riconosciuto a tutti grazie alla legge sulle unioni civili, così come l’assistenza per i disabili alla morte dei genitori; un’Italia in cui vi sono fondi stanziati per ricostruire le zone terremotate; in cui si è cominciata a riformare la giustizia e a introdurre forme di meritocrazia nella Pubblica amministrazione; in cui finalmente si è affrontato il problema principale che condiziona il resto, ovvero la politica di austerità della Germania che il fallimentare governo Berlusconi ha messo in Costituzione nel 2011 e uno freddo di fronte a ogni conseguenza sociale, l’esecutivo guidato da Monti, ha eseguito nel 2012.

L’Italia è ripartita, piano e con ancora troppi cittadini in difficoltà, ma è soltanto continuando questo processo di riforme che si riuscirà a portare quanti più italiani fuori dall’insoddisfazione e continuare a dare nuove speranze ai giovani, alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori, a tutti noi.

Non è con la sola protesta che si potrà governare. Sarei contento di portare alcune di voi, anime del No – visto che Di Battista non lo farà mai – almeno a riconoscere quanto di buono sia stato fatto smettendo di rinnegare ogni progresso ottenuto solo perché fatto, forse, dalla cosiddetta “Kasta”.

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