E ci risiamo. Vengono superati tutti i livelli di sicurezza per lo smog e, ancora una volta, a Roma come altrove, la risposta è sempre la stessa: vietiamo le auto la domenica.

E’ veramente una mistificazione: tutti i dati delle centraline dimostrano da anni che la domenica è l’unico giorno in cui, comunque, circolano meno automezzi e, quindi, cala lo smog; ed è, quindi, l’unico giorno in cui, a mio parere, non serve vietare la circolazione. Se si vuole ottenere qualcosa, in attesa dei famosi “provvedimenti strutturali” che non ci sono mai stati, bisogna limitare il traffico privato (specie commerciale) nei giorni lavorativi della settimana, che sono molto più inquinati proprio perché la città va al lavoro e tutti sanno che, purtroppo, a Roma non esiste una valida alternativa, dati i malfunzionamenti dei mezzi pubblici. Con il corollario che, comunque, anche il blocco serve poco – e, forse, fa peggio – se poi si lasciano ampi spazi temporali di “buco”, quando le auto ferme circolano tutte insieme. Tanto più che, in caso di violazione, la sanzione è irrisoria e vigili sulle strade se ne vedono pochi. Peraltro, questa carenza di controllo vanifica anche tutte le misure tese a vietare la circolazione dei veicoli più vecchi ed inquinanti.

Quello che voglio dire è che da un’amministrazione che è stata eletta per cambiare le cose, ci si aspetta un chiaro segnale di cambiamento. Di certo, la situazione attuale non è colpa della giunta guidata dalla sindaca pentastellata Virginia Raggi ma, ciò detto, non è possibile che Roma continui a essere invasa ogni giorno da rumorosi autobus per turisti, che tutte le strade commerciali della città (spesso già ridotte a un mercato all’aperto) siano paralizzate da doppie file, specie di mezzi pesanti. Tanto più che sono quasi tutti mezzi particolarmente inquinanti i cui gas tossici ristagnano, con il motore acceso, proprio perché non possono muoversi. E potrei continuare, ma mi fermo e mi limito solo a chiedere con quale criterio, in questa situazione, qualcuno poteva avere dubbi sulla assurdità di programmare le Olimpiadi a Roma, incrementando milioni di nuove presenze (con relativa esigenza di mobilità).

Spero solo che ci si risparmi la solita tiritera delle amministrazioni precedenti: tipo “la colpa è delle sabbie del Sahara trasportate dal vento e delle condizioni climatiche”; sono certamente fattori che hanno una loro incidenza ma ancor più dovrebbero indurre l’amministrazione non alla “danza della pioggia” ma ad adottare provvedimenti drastici contro l’unico fattore controllabile, che è anche il peggiore, e cioè il traffico.

E, vista l’illegalità imperante, deve trattarsi di provvedimenti drastici che, trattandosi di salute pubblica (ogni anno muoiono 1200 romani a causa dello smog, come riportato recentemente dai maggiori quotidiani), possono essere adottati con ordinanze contingibili e urgenti con relativa sanzione penale (e possibilità di sequestro). Purché, ovviamente, si garantisca un efficiente controllo riorganizzando le competenze della polizia municipale.

Da romano che ha creduto nel cambiamento, vorrei almeno vedere qualcosa che cambia: non sulla carta e sui comunicati stampa o con “la politica dell’annuncio”, ma nella realtà.
Se poi si vogliono fare anche le “domeniche ecologiche”, ben vengano: ma, a scopo educativo e ricreativo, senza gabellarle come il toccasana contro lo smog.

I nuovi Re di Roma

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