Qualche giorno fa ero a un pranzo di compleanno: uno degli commensali, uomo over 50, brillante, piacente, imprenditore ha iniziato a parlare di donne. Ma non col fare del playboy, bensì con un tono di sconforto. Sconforto non relativo alle donne, bensì con lo sconforto di chi conosce se stesso e parla con gli amici: “Sessualmente siamo devastati, tu non hai idea delle ansie da prestazione“. Sembra una filastrocca, ma è una cosa seria.

Da lì la conversazione si è indirizzata sul tema della disfunzione erettile (de), tra tortelloni, crescentine, taglieri di salumi e dessert. Vero è che oggi lo stress e tutto questo bombardamento di spregiudicatezza, ha inibito i maschi. Le varie pilloline aiutano, ma meglio documentarsi bene. L’ho fatto anche io.

E ho scoperto che oltre alla “pillola blu” esistono la “pillola del week end”, la “mentina dell’amore” e “la pillola senza pensieri”. L’erezione è paragonabile a un fiore che sboccia e trovo sensuale il suo progredire però penso che mantenere l’erezione sia come una pratica zen e l’assenza di pensieri riconduca alla serenità.

Serenità per l’uomo che ancor oggi fa molta fatica a parlare di impotenza col proprio medico e preferisce affidarsi ai forum sul web o ai social network per avere informazioni e cercare risposte.

Da una indagine on line svolta dalla Sexual Dysfunction Association è emerso che il 62% degli uomini ritiene che il problema abbia ridotto parecchio l’autostima (e ci credo!), che il 29% abbia influenzato in modo negativo il rapporto di coppia e che il 21% riferisce la fine di una relazione come conseguenza diretta.

Sì, perché le donne a loro volta si sentono poco desiderabili e la domanda nasce spontanea: “Sarà mica colpa mia?” E anche qui l ‘autostima va sotto le scarpe, i tacchi, i datteri.

Da sottolineare che secondo un’indagine di Doxa Pharma, 1 paziente su 4 con disfunzione erettile diagnosticata, ha un’età inferiore ai 40 anni. E bisogna ricordare che può essere un campanello d’allarme per altre patologie.

Gli uomini sono più fifoni delle donne? In generale direi proprio di sì. Pensate che in media, fanno passare due anni dalla comparsa dei primi sintomi della disfunzione erettile al consulto di un medico. Un lasso di tempo in cui è possibile che un semplice disturbo passeggero sia ormai diventato patologia conclamata.

Durante un incontro svoltosi a Milano per commentare le recenti indagini di mercato del Gruppo Doxa inerenti alle disfunzioni erettili, il Professor Emmanule A. Jannini – docente di Endocrinologia e Sessuologia all’Università di Tor Vergata e presidente della Società italiana di Andrologia e medicina della Sessualità – ha spiegato che “Se da una parte esistono Sildenafil, la pillola blu, da un altro la pillola del weekend cioè Tadalafil e la mentina dell’amore ovvero Vardenafil, Avanafil può rappresentare la pillola senza pensieri perché toglie il pensiero di non farcela, toglie il pensiero che faccia male e toglie il pensiero di non essere in tempo”.

Se fossi maschio andrei subito dal dottore, cercherei di capire, di farmi consigliare anche perché gli “aiutini” di cui sopra oggi sono sì farmaci sicuri, ma vanno sempre prescritti e mai comprati on line, ad minchiam. Scusate il francesismo ma calza a pennello. Ops!

Visto che ho sempre giocato con le parole, tra le varie molecole menzionate dal Professor Jannini, mi è rimasta in mente Avanafil: sarà un caso ma mi ricorda il sigaro cubano, quindi la rigidità. Oltre a essere un farmaco di ultima generazione non ha effetti collaterali e si può assumere solo 15-30 minuti prima del rapporto. Inoltre le donne mica se ne accorgono. Sarà che pratico meditazione e definirla “pillola senza pensieri”, mi piace di più della “pillola del weekend” (anche perché l’amore si fa pure di lunedì) o della “mentina dell’amore” che l’associo al mal di gola e alla povera Linda Lovelace.

In ogni caso per qualsiasi pillola colorata, zen, caramellosa o finesettimaniera che si vorrebbe assumere, il ruolo del medico è fondamentale per consigliare al meglio, risolvere l’eventuale problema e avere così rapporti soddisfacenti. Il fai da te va bene per l’autoerotismo e la falegnameria.

Tornando al pranzo di compleanno, alla fine abbiamo preso come dessert un ottimo tiramisù. Avevate dubbi?

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