I principali costruttori europei accelerano sulla tecnologia elettrica: BMW Group, gruppo Daimler, Ford Motor Company, Gruppo Volkswagen e Porsche hanno firmato un protocollo d’intesa per la creazione della più estesa e potente rete europea di ricarica per auto ad emissioni zero. Le colonnine saranno in grado di erogare fino a 350 kW, contro i 120 kW dei (presto non più) velocissimi Supercharger di Tesla, capaci di garantire 270 chilometri di autonomia con 30 minuti di ricarica.

Significa che le vetture elettriche del prossimo futuro potranno rifornirsi più o meno nello stesso tempo necessario per fare un pieno di verde. La costruzione del nuovo network inizierà nel 2017 con i primi 400 siti di ricarica ultrarapida, mentre per il 2020 il target è quello di fornire agli utenti una rete da migliaia di colonnine sparse sulle principali strade ed autostrade del vecchio continente: trattasi della miglior cura contro l’ansia da autonomia legata alle EV. Nonché di uno dei migliori incentivi per aumentarne rapidamente la quota di mercato di elettriche ed ibride plug-in.

Qualcosa di concreto si muove anche in Italia: recentemente Enel ha annunciato la prossima installazione di 180 colonnine di ricarica sulle autostrade italiane; altre 20 saranno costruite in Austria. “Le case produttrici hanno investito sull’elettrico”, ha dichiarato il direttore generale Enel Italia Carlo Tamburi: “Ci sono auto che costano 25-30 mila euro con batterie che arrivano a 400-500 chilometri”. Anche se Tamburi non ha specificato la potenza di cui saranno capaci queste installazioni.

Inoltre l’ente nazionale per l’energia elettrica sta portando avanti studi specifici con il Politecnico di Milano e la Bocconi con lo scopo di calcolare di quante colonnine elettriche abbia bisogno il nostro Paese: i primi dati parlano di circa 20 mila stazioni di ricarica, necessarie per rifornire circa 1 milione di elettriche circolanti nell’ambito di un piano infrastrutturale al 2020. Numeri cui fa eco l’“Integrated perspective on the future mobility”, uno studio sul futuro della mobilità urbana firmato Bloomberg e McKinsey: secondo questo report nel 2030 il 66% dei veicoli circolanti in città come Londra, Amsterdam o Stoccolma sarà spinto da motore elettrico.

Una diffusione legata alle sempre più stringenti norme in tema di emissioni inquinanti, alla riduzione dei costi delle batterie – questi ultimi nel 2015 sono scesi del 65%, passando da 1.000 dollari/kWh a 350 dollari/kWh – ed una maggiore coscienza green dei cittadini. Senza contare i fenomeni car-sharing e car-pooling, probabilmente i primi servizi che saranno elettrificati. Mentre questa rivoluzione toccherà i paesi meno ricchi più in là, quando la tecnologia sarà talmente di massa da essere proposta anche a basso costo.

A proposito di costi, secondo la European Consumer Organisation (BEUC), dal 2024 quelli di acquisto, manutenzione ed esercizio di un’auto elettrica saranno uguali a quelli di una vettura a benzina. Tuttavia dal 2025 circolare con un’automobile ad emissioni zero sarà più conveniente. Mentre per avere un pareggio coi motori a gasolio bisognerà aspettare fino al 2030; sempre che i diesel non vengano definitivamente “uccisi” dalla istituzioni entro quella data, nonostante gli sforzi dei costruttori per renderli sempre più puliti. Ancora una volta sarà la diffusione la migliore alleata delle elettriche, specialmente per quanto concerne il costo di acquisto, destinato a scendere con l’aumento della produzione.

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