Netta vittoria di Francois Fillon alle primarie del centrodestra. L’affermazione su Alain Juppé al ballottaggio conferma i sondaggi degli ultimi giorni: una vittoria a valanga contro il sindaco di Bordeaux. Lo si apprende nei due quartier generali dei candidati, dove si respira un’atmosfera molto diversa: festosa e affollatissima in quello di Fillon, rassegnata in quello di Juppé, dove alcuni dei suoi sostenitori sono già rientrati a casa. Fillon ha ottenuto il 68,6% delle preferenze su quasi la metà dei seggi scrutinati. L’ex premier e sindaco di Bordeaux Alain Juppé non è andato oltre il 31,4%. Lo ha reso noto Thierry Solère, presidente della commissione organizzatrice del voto.

“Ho sentito gradualmente l’onda che ha travolto tutte le previsioni. Ha vinto la Francia della verità e dell’azione”. Ha detto Fillon davanti ai suoi sostenitori in visibilio, commentando la vittoria a valanga nelle primarie della destra. E Alain Juppè ha riconosciuto la vittoria dell’avversario. In una breve dichiarazione dal suo quartier generale, l’ex premier augura “buona fortuna per la sua campagna e la vittoria” alle presidenziali del 2017, assicurandogli tutto il suo “sostegno”.

Li ha eliminati uno dopo l’altro, prima il suo presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, poi l’ex collega di governo agli Esteri, Alain Juppé. Adesso tutta la destra si compatta dietro Francois Fillon, l’uomo che i Republicains hanno deciso di lanciare nella corsa all’Eliseo dopo primarie vinte a valanga. Mentre tutti gli occhi della Francia erano rivolti a destra, è a sinistra che è esploso il caos, con quella che è apparsa oggi come la decisione – inedita da parte di un primo ministro nella Quinta repubblica – di Manuel Valls di sfidare nella corsa alla candidatura il suo presidente, Francois Hollande.

Cinque anni da primo ministro di Nicolas Sarkozy, Fillon è l’uomo più accreditato per sfidare Marine Le Pen e il rischio che il Front National sbarchi all’Eliseo. Nato a Le Mans sessantadue anni fa, madre docente di Storia e padre notaio, Fillon non ha fatto nulla per dissimulare la durezza del suo programma ultraliberista in economia e tradizionalista in campo sociale: immigrazione al minimo possibile, mezzo milione di tagli nel pubblico impiego, fine delle 35 ore, e così via. Proposte che in alcuni casi somigliano a quelle del Fron National: per questo Fillon spaventa il partito di Marine Le Pen.

Rivendica l’eredità thatcheriana, Fillon, e nel corso dell’ultimo dibattito televisivo con il suo avversario ha detto: “Ammetto che rispetto a quello di Alain Juppé, il mio è un programma più brutale”. Giornalista mancato dopo aver fatto diversi stage alla France Presse, scelse la politica su incoraggiamento del padre e diventò prima assistente parlamentare del deputato Joel Le Theule, nel 1976, poi suo vice capo di gabinetto al ministero della Difesa. Nel 1981, subentrando proprio a Le Theule nel suo collegio elettorale, fu eletto e diventò il più giovane parlamentare dell’Assemblea nazionale. Sotto la presidenza di Jacques Chirac e con Jean-Pierre Raffarin premier, fu ministro degli Affari sociali.

Una sconfitta nel 2012 ha segnato la carriera politica di Fillon e oggi è arrivato il riscatto: nel 2012 voleva diventare presidente dell’Ump, antenato dell’attuale partito dei Republicains ma un brutto incidente di motorino accaduto Italia, a Capri, mentre era in vacanza ospite di Luca di Montezemolo, lo costrinse a rallentare l’attività. La battaglia per la guida del partito se la aggiudicò Francois Copé, finito ultimo su sette nella corsa che si è conclusa oggi.

 

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