Dura due minuti e mezzo, è stato postato su Youtube ed è l’appello, a metà strada tra l’informazione commerciale e il discorso politico, con cui Donald Trump si rivolge agli americani e promette di creare posti di lavoro, rinegoziare gli accordi commerciali ed eliminare tutta una serie di regolamentazioni del passato. In realtà, dalla lista degli ordini esecutivi che Trump annuncia per il suo primo giorno di presidenza, mancano le promesse più incendiarie della campagna: il Muro con il Messico; la cancellazione dell’Obamacare.

Dal giorno della sua elezione, Trump non ha ancora tenuto una conferenza stampa per spiegare i primi provvedimenti della nuova amministrazione. Le informazioni sono state affidate ai comunicati stampa del transition team; e ai suoi tweet, in cui Trump ha mischiato giudizi e notizie sulla selezione dei futuri ministri a improvvise esplosioni di rabbia e indignazione – per esempio nei confronti degli attori di Hamilton che hanno rivolto un appello dal palcoscenico al vice presidente eletto Mike Pence.

Il video postato su Youtube è quindi il primo documento da cui desumere qualcosa di più chiaro sugli indirizzi futuri. Intanto c’è da rilevare che Trump abbandona lo stile “all’improvviso” di molte delle sue uscite del passato. Guarda fisso nella telecamera e, chiaramente, legge da un copione preparato. Il tentativo di distanziarsi dai suoi modi tradizionali di comunicazione, più urlati e destinati soprattutto ai supporter, è evidente nella conclusione del discorso, quando Trump dice di voler “far tornare grande l’America per tutti”. E poi sottolinea: “Per tutti”.

Quanto ai contenuti, l’unico vero annuncio che Trump fa nel video è il ritiro degli Stati Uniti dal Trans-Pacific Partnership (TPP), l’accordo di commercio firmato da Barack Obama lo scorso febbraio con altri undici Paesi ma non ancora ratificato. La cancellazione del TTP era stata una delle promesse più frequenti fatte da Trump in campagna elettorale, uno degli strumenti con cui il candidato repubblicano è riuscito a raccogliere il voto di parte della working class del Centro e del Nord che vede nei trattati di commercio internazionali una delle cause dell’emorragia di posti di lavoro. Oltre all’uscita dal TTP, Trump non annuncia nel video altri provvedimenti concreti. Dice di voler prendere, nel primo giorno del suo governo, ordini esecutivi per “cancellare le restrizioni sulla produzione dell’energia americana – compresi lo shale oil e il carbone pulito – che uccidono il lavoro americano”. Trump non spiega però quali saranno questi provvedimenti, che creeranno, aggiunge, “molti milioni di posti di lavoro ben pagati”. 

Trump promette anche di “formulare una regola per cui per ogni nuova regolamentazione, ne verranno eliminate due”. Ricorda ancora di voler “istruire il Pentagono e il chairman of the Joint Chiefs of Staff per sviluppare un piano comprensivo per proteggere le infrastrutture vitali dell’America dai cyberattacchi e da ogni altra forma di attacco”. Il presidente-eletto conclude spiegando la sua intenzione di imporre un “bando di cinque anni” per i funzionari di governo che, a fine mandato, vogliano diventare lobbisti. Il bando sarà invece a vita in caso di lobbying a favore di governi stranieri.

Come si vede, dalla lista degli ordini esecutivi che Trump intende prendere nel primo giorno di governo mancano due tra le promesse più sbandierate e controverse: la creazione del Muro con il Messico e la cancellazione dell’Obamacare (in realtà, in un’intervista al “Wall Street Journal”, Trump ha spiegato di essere propenso a conservare almeno un paio delle provisions dell’Obamacare: la possibilità per i giovani a carico della famiglia di utilizzare l’assicurazione sanitaria dei genitori e l’impossibilità per le assicurazioni di negare l’assistenza sulla base di preesistenti condizioni di salute).

In mancanza di annunci clamorosi, il video può essere quindi interpretato in due modi. Da un lato Trump dice che il lavoro del suo transition team sta procedendo “in modo morbido, efficiente ed efficace”. In realtà, le nomine promesse per domenica o al più tardi lunedì – soprattutto quella di Segretario di stato – tardano. Le divisioni all’interno del mondo repubblicano e conservatore, le spinte e tensioni per imporre candidati diversissimi stanno probabilmente ritardando il processo. Trump ha quindi bisogno di rivolgersi direttamente ai suoi elettori, e agli americani, spiegando che il lavoro va avanti e che l’attività di governo è comunque partita.

C’è poi un tema che ha a che fare con la comunicazione. In campagna elettorale Trump ha usato una retorica incendiaria, fatti di annunci shock – la deportazione, il Muro, il bando ai musulmani, la reintroduzione della tortura – e di polemiche continue. Quel tipo di retorica lo ha aiutato presso il suo elettorato ma non può essere ovviamente utilizzata ora, da presidente-eletto. Trump peraltro continua a non fidarsi dei media USA. Lunedì, in un incontro a porte chiuse con 25 dirigenti e anchors delle principali reti televisive, Trump ha di nuovo accusato i media di essere stati “disonesti” e avergli fatto la guerra: “in particolare CNN e NBC News sono stati i peggiori”. In questo clima, di continuo scontro e sospetto, Trump potrebbe nel futuro scegliere una comunicazione più diretta con gli americani, non filtrata attraverso i media tradizionali ma basata soprattutto sull’uso dei social. Il video su Youtube, lunedì sera, potrebbe essere il primo esempio di questa strategia.

 

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