In Europa si stima che siano 18 milioni i bambini vittime di abusi sessuali, 44 milioni quelli che hanno subìto violenze fisiche e 55 milioni quelli che hanno dovuto sottostare ad abusi psicologici. In Italia, solo nell’ultimo anno le linee di Telefono Azzurro hanno gestito, in media, quasi 4 casi al giorno. In occasione della Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza celebrata il 20 novembre, Telefono Azzurro rinnova il suo appuntamento in più di 700 piazze italiane con l’iniziativa di raccolta fondi e sensibilizzazione ‘Riaccendi l’Azzurro’.

“La violenza, gli abusi e lo sfruttamento dei minori sono drammi silenziosi ancora troppo diffusi nel nostro Paese”, ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente dell’associazione e docente di Neuropsichiatria Infantile, secondo cui “i dati a disposizione rappresentano una sottostima del fenomeno: è ancora molto alto il numero dei casi che restano sommersi perché non vengono denunciati”. Anche Terre des Hommes vuole ricordare questa giornata con il nuovo dossier che dà voce alle best practice ospedaliere italiane e presenta quattro raccomandazioni per l’efficace prevenzione e contrasto del fenomeno, mentre l’Unicef ha ricordato che, nonostante gli enormi progressi fatti dall’approvazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, nel 1989, i diritti di milioni di bambini vengono ancora oggi quotidianamente violati: “Sono circa 6 milioni quelli che ancora muoiono ogni anno per cause prevedibili e i bambini che provengono da famiglie povere hanno il doppio delle probabilità di morire prima di compiere cinque anni rispetto a quelli di famiglie benestanti”.

I DATI DI TELEFONO AZZURRO – Secondo i dati Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, negli Usa ogni 100mila casi di violenza muoiono due bambini e nel 79% degli episodi è coinvolto un genitore. In Italia da novembre 2015 a oggi Telefono Azzurro ha gestito 1.402 casi, il 35,3% sul totale delle segnalazioni, che sono state 3.977. Richieste di ascolto e di aiuto che per il 41,2% hanno riguardato bambini dagli 0 ai 10 anni, nel 32,1% preadolescenti (11-14 anni) e nel 26,8% adolescenti (15-17 anni). Il 26,4% dei casi si riferisce a episodi di abuso psicologico, il 26,2% a violenza fisica e il 10,6% sessuale. “Per combattere questo fenomeno – è il parere di Caffo – le vittime devono essere aiutate a parlare, a superare timore e vergogna, genitori e insegnanti devono essere formati a riconoscere correttamente i fattori di rischio e i primi segnali di un disagio”.

IL DOSSIER DI TERRE DES HOMMES – Negli ultimi 5 anni sono stati circa 3mila i bambini vittime di violenza presi in cura nei 5 centri coinvolti in un’indagine di Terre Des Hommes, ossia l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, il Mayer di Firenze, la clinica Mangiagalli di Milano, l’azienda ospedaliera-universitaria di Padova e l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari per un bacino di utenza di 4,4 milioni di minori. Questo quanto rilevato dall’indagine ‘Maltrattamento e abuso sui bambini: una questione di salute pubblica’. I Centri coinvolti nell’indagine sono differenti, per natura, struttura e prassi di intervento, però tutti intercettano quotidianamente le varie tipologie di maltrattamento: da quello fisico alla trascuratezza grave, dall’abuso sessuale a quello psico-emozionale. Le vittime sono in maggioranza bambine e l’età media dei casi trattati dagli ospedali partner è di circa 7 anni. Il maltrattamento è stato rilevato in tutte le fasce di età e spesso è contemporaneamente presente in forme diverse, (il maltrattamento multiplo infatti raggiunge circa il 30% delle vittime). Oltre alle forme violenze più comuni e note, l’indagine ha permesso di far emergere forme di abusi pressoché sconosciute ai non addetti ai lavori: tra queste ci sono l’abuso chimico e la sindrome del bambino scosso che colpiscono proprio i piccoli in tenerissima età.

LE PROPOSTE – Questa rete di strutture sanitarie altamente specializzate propone, per la prima volta, la condivisione di alcuni modelli d’intervento di successo nella diagnosi della violenza sui bambini e nella loro cura e, insieme a Terre des Hommes, formula 4 raccomandazioni chiave per le Regioni, gli ospedali, le Università e il Governo: “Ogni Regione deve disporre di un Centro ospedaliero pediatrico referente per il territorio e ogni struttura deve essere dotata di equipe multidisciplinari e specializzate con dotazioni strumentali e facilities che permettano una diagnosi differenziale completa”, mentre il maltrattamento e abuso all’infanzia “deve diventare materia di studio nel curriculum della Facoltà di Medicina e Chirurgia e inserito nel Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria“.

“Questo lavoro – spiega Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes – torna a confermare l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del maltrattamento in un’ottica specificamente sanitaria. Vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni il prezioso lavoro che viene quotidianamente svolto da strutture in prima linea nella diagnostica del maltrattamento e favorire la condivisione delle loro metodologie nel resto d’Italia”.

I DIRITTI VIOLATI – Ai casi di maltrattamenti vanno aggiunti quelli di 50 milioni di bambini sradicati dalle loro case e, di questi, 28 milioni sono sfollati a causa del conflitto. Ogni giorno i bambini intrappolati in aree sotto assedio – compresa la Siria, l’Iraq e la Nigeria del Nord – corrono maggiori rischi di vedere i loro diritti violati, a causa degli attacchi contro le scuole, gli ospedali e le loro case. A livello globale, circa 250 milioni vivono in Paesi colpiti dal conflitto.

“Circa 385 milioni di persone – ricorda l’Unicef – vivono in condizioni di povertà estrema e più di 250 milioni di bambini in età scolare non stanno ricevendo un’istruzione”, mentre circa 300 milioni di bambini vivono in aree in cui si raggiungono i livelli più alti al mondo di inquinamento esterno dell’aria, superando di sei volte o più le linee guida internazionali. “I conflitti, le crisi e una devastante povertà mettono a rischio le vite e il futuro di milioni di bambini – ha dichiarato Giacomo Guerrera, presidente dell’Unicef Italia – Dobbiamo fermare queste violazioni, investendo di più per raggiungere i bambini maggiormente vulnerabili, altrimenti pagheremo il prezzo di un rallentamento della crescita, di una maggiore disuguaglianza e di una minore stabilità”.

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