“Adesso pure le firme clonate, raccolte per un altro motivo e usate per le comunali di Palermo? La grillopoli firme false si ingigantisce ogni giorno di più nel solito silenzio omertoso di Grillo e dei vari Di Maio e Di Battista che non spiegano, tentano di negare quando non di insabbiare. E intanto scappano da Palermo nel loro giretto in treno. Leader da strapazzo”. Emanuele Fiano, deputato e componente della segreteria Pd, interviene sul caso delle firme false del Movimento 5 Stelle a Palermo. Una questione che, dopo l’autosospensione della deputata regionale Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, sembra ampliarsi ulteriormente. Secondo quanto scrive Repubblica, le firme non sarebbero soltanto state ricopiate, bensì clonate. “Alcuni nominativi – si legge sul quotidiano – con le date di nascita e i documenti d’identità, provenivano dagli elenchi di chi firmò ai banchetti per il referendum che aveva come argomento la privatizzazione dell’acqua e non per la costituzione delle liste per le successive elezioni amministrative. Banchetti ed elenchi di un anno prima, insomma”.

Sulle ultime indiscrezioni interviene anche il deputato M5s Alessandro Di Battista. “Diciamo che era nel 2012 all’inizio – spiega dalla Sicilia, dove è in tour per sostenere le ragioni del No – noi non eravamo neanche in parlamento. Se è tutto vero ci sarà ovviamente l’inchiesta, fu un errore grande e grossolano, e noi anche di fronte a un errore grossolano, voglio ricordarlo sono delle firme copiate, dove nessuno è stato eletto, noi chiediamo l’autosospensione dei responsabili”. E a L’intervista di Maria Latella su SkyTg24 Carla Ruocco, deputata M5S e già membro del fu Direttorio grillino, difende il Movimento: “La differenza” tra noi “e i partiti tradizionali è che noi sospendiamo e allontaniamo le persone nel momento in cui commettono delle irregolarità, e invece negli altri se li tengono dentro e li coccolano”.

Ma dal Pd continuano gli attacchi. “Dopo le firme copiate spuntano quelle clonate, spostate pari pari dalle liste di chi aveva firmato per il referendum sull’acqua in Sicilia e finite sotto le candidature a cinque stelle”, commenta il senatore Stefano Esposito che critica “i vertici pentastellati, che sapevano e hanno taciuto invece di assumersi le loro responsabilità” e che “continuano a tergiversare e dal tour siciliano per la campagna del no fanno saltare la tappa di Palermo“. Per Esposito “dopo Quarto e Roma, deflagra un’ennesima vicenda torbida, caratterizzata da illeciti e incompetenza. L’imbarazzo evidente di Grillo e compagni, che si rifiutano di chiarire cosa sapevano e da quanto, è l’evidente prova del loro coinvolgimento. Ma questa volta non potranno far finta di nulla”. Interviene anche la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Alessia Morani: “A Palermo – dice – da M5s sono state falsificate le firme di persone che non hanno sottoscritto le candidature per le elezioni comunali. E dicevano che erano ‘solo copiate’. Vergogna”. “Non solo ma anche copiate da altri elenchi”, twitta la deputata dem, Laura Coccia, che poi aggiunge: “Grillo chiede ai responsabili di sospendersi, loro non lo fanno. Uno vale 2.0”. “Quindi le firme false non sarebbero ‘firme copiate’, ma proprio firme false”, commenta su twitter il deputato Sergio Boccadutri: “E adesso cosa si inventa Beppe Grillo?”. “Riforma a 5 Stelle? Taglieremo poi. La doppia morale di onestà, trasparenza e sobrietà. Firme copiate e rimborsi Senato per case dello staff”, chiosa sui social la deputata dem Alessia Rotta, responsabile nazionale comunicazione del Pd.

E intanto la deputata autosospesa Claudia La Rocca ha deciso di rompere il silenzio e di affidare a un post su Facebook alcune considerazioni sulla vicenda. “Mi ero ripromessa di non scrivere nulla (…). Io non voglio essere l’eroina, non voglio essere la protagonista, volevo solo mettere la parola fine ad una situazione che stava degenerando, tirando dentro tutto e tutti, e l’ho fatto nell’unico modo che conoscevo, la cosa che mio padre più apprezzava di me… Dicendo la verità”.

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