Lo stile è sempre quello di chi sembra esser lì quasi per caso, eppure Maria De Filippi ha inaugurato la sedicesima edizione di Amici (si chiamava Saranno Famosi fino a metà della seconda edizione), la scuola televisiva di canto e ballo che ormai è diventata una corazzata, il pezzo più pregiato di Marialand, regno catodico che ha nella signora Costanzo la sua incontrastata monarca.

Da Dennis Fantina a Sergio Sylvestre, una lunga sequela di vincitori noti e meno noti, alcuni dei quali diventati vere e proprie stelle nel firmamento dello spettacolo italiano: Emma e Alessandra Amoroso su tutti, ma anche Annalisa, The Kolors, Dear Jack, fino a Moreno, Virginio, Valerio Scanu e Marco Carta.
Un programma televisivo, quello ideato da Maria De Filippi, che si è fatto sistema (anche oltre lo schermo), permeando di sé persino le radio (il rapporto con Rtl 102.5 è sempre più stretto) e il mondo discografico e facendo incetta di vittorie anche a Sanremo (che per un po’ ha ignorato i figliocci di Nostra Signora della Tv, ma poi si è arreso senza combattere).

Questa sedicesima edizione comincia nel segno della continuità, perché la De Filippi, una volta assestato un programma in modo che funzioni, difficilmente modifica alcunché. Ma qualche novità c’è anche quest’anno, visto che in cattedra si siedono due nuovi insegnanti: l’ex Subsonica Boosta per il canto, Emanuel Lo per il ballo.
Durante la prima puntata del sabato si è assistito alla solita “mietitura” di inizio stagione: 44 finalisti per 21 banchi, decimati a suon di bocciature sonore da parte dei cattivissimi insegnanti. Alessandra Celentano continua a interpretare il ruolo della strega cattiva sul fronte ballo, mentre per il canto tocca a Carlo Di Francesco fare il mastino nei confroti dei malcapitati ragazzi. C’era molta curiosità per l’esordio di Boosta, un signor musicista che secondo molti sta ad Amici come i cavoli a merenda. Ma nell’anno di Manuel Agnelli a X Factor, in fondo che male c’è se Boosta diventa insegnante di Amici? E già negli scorsi anni era stata sempre Maria De Filippi a mescolare le carte, riuscendo ad attirare a sé personaggi del calibro di Morgan, Elisa e J-Ax, operazione impensabile fino a pochi anni fa.

Perché la storia è sempre la stessa: la De Filippi è dipinta come il Diavolo, l’Anticristo della musica, eppure alla fine arrivano tutti lì, a capo chino e col cappello in mano. Tanto che, ormai, le critiche snob ad Amici non fanno nemmeno notizia. Il format televisivo funziona e vince la gara degli ascolti dopo sedici anni dalla prima edizione e in tv conta soprattutto questo. Aggiungete, poi, il fatto che i cantanti che escono da Amici sono tra i pochi che riescono ancora a vendere dischi in Italia, e il trionfo è completo.

Si potrebbe discutere per interminabili ore dei talent, della loro reale efficacia nel veicolare la musica ai più giovani e soprattutto del tipo di musica che veicolano. Ma sarebbero discussioni di retroguardia, sorpassate dalla realtà (bella o brutta che sia). Amici, insieme a X Factor, è l’esempio più riuscito di cooperazione tra televisione e musica, e su questo non c’è dubbio. Ma Amici di Maria De Filippi è il sintomo della malattia o la cura? La questione è tutta qui, ma mentre i soliti continuano a disquisire sul sesso degli angeli, Bloody Mary continua a spingere avanti il suo perfetto mezzo corazzato, asfaltando tutto e tutti. E questo, gusti personali a parte, è un merito che non si può certamente negare.

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