La prima si chiamava Monica, la seconda si chiamava Huma, la terza si chiama Ada. In modi differenti han complicato la vita alla signora Clinton. Tutte donne? Non proprio. Ada è l’algoritmo di calcolo che, nelle ambizioni dei democratici, avrebbe fatto vincere la signora Clinton.

Chiamata così in onore di una famosa matematica del XIX secolo (Ada, contessa di Lovelace) pare che questo algoritmo abbia giocato un ruolo chiave nella campagna democratica. A quel che si legge nelle testate americane, Ada era la mente dietro la campagna: decideva che Stati visitare, quando mandare in onda gli spot, quando “attivare” le guest star, tipo Jay Z e Beyoncé.

A quanto si apprende in rete tanto era la segretezza di Ada che il server su cui girava era tenuto separato dalla rete, e solo pochi “eletti” avevano accesso al sistema. Ada era pur sempre una creatura che andava nutrita. Il suo pasto quotidiano erano i dati: tutte le informazioni raccolte dalla rete, dai singoli supporter che bussavano di casa in casa, le previsioni di voto. Ada ingurgitava ogni cosa e poi meditava. 400.000 simulazioni al giorno per comprendere come si evolveva la campagna.

L’utilizzo di questo approccio di calcolo, nella idea della Clinton, avrebbe dovuto decretare il suo successo. Sulla base dei dati Ada aveva deciso che la Pennsylvania era estremamente importante. Di qui si può comprendere perché la Clinton ci abbia fatto più volte un salto durante l’anno. Altri stati invece sembra non siano apparsi così fondamentali nella Ada strategia, come il Michigan e Wisconsin, stati dove Clinton ha perso.

In Wisconsin, per esempio, Hillary non ci è mai andata. Sembra plausibile che Ada abbia sotto valutato, come la maggior parte del corpo politico dei “ben pensanti” democratici, la famosa area degli stati Rust Belt. Banalmente se non vi erano dati da inserire, che Ada potesse valutare e integrare nelle sue analisi, questi stati rischiavano di essere aree grigie. In aggiunta a questi fattori Ada non poteva prevedere variabili esogene come l’affare Fbi.

A questo punto, nell’euforia dell’Industry 4.0, delle previsioni di grandi uffici di analisi e, generalmente parlando, della crescente passione per i big data, vale al pena considerare quanto Ada abbia tradito Hillary. Differentemente dalle altre due femmine che, volenti o nolenti, hanno dato dei grattacapi alla Clinton Ada ha solo una colpa: l’ignoranza.

Il mondo dei big data si basa su un assunto fondamentale: interazione e condivisione. Anche la mente più geniale, se isolata, non può fare miracoli, specialmente se il suo agire si basa sull’analisi di scenari complessi. L’ignoranza di Ada è basata sull’incapacità di prevedere degli scenari perché le mancavano i dati per costruirli.

Il personaggio umano da cui Ada prende il nome, Miss Lovelace ha a sua volta fatto previsioni che si sono avverate. Quindi in questo caso è un errore umano? Sostanzialmente sì. Delle variabili esogene, come il caso Fbi, e interne, hanno influenzato l’andamento dei voti. Ma tutto questo Ada non poteva saperlo.

È come se io prevedessi la III guerra mondiale basandomi sulla crisi di Cuba, e di lì continuassi a prevedere il mondo come si evolverà, senza sapere che la crisi di Cuba ha avuto un esito positivo. Se nessuno mi avvisa di questo aggiornamento io potrei, plausibilmente, prevedere un altro futuro. Con Ada è avvenuta la stessa cosa.

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