Ora il “quadro è grave” perché l’indagine ha rilevato una “commistione di ruoli che favorisce interessi privati“. Parola del presidente regionale Enrico Rossi, che ha commentato così l’esito dell’operazione Clean City e l’arresto (ai domiciliari) del direttore dell’Ato Toscana Sud Andrea Corti, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Non solo. Lo stesso governatore ha annunciato due novità non di poco conto: l’istituzione di una commissione d’inchiesta regionale e la prossima presentazione di una proposta di legge che punta a riunificare in un unico organismo i vari Ato toscani. Perché, ha detto Rossi, l’inchiesta dei pm fiorentini ha aperto “uno squarcio molto preoccupante”. Parole ben pesate quelle del governatore, che ad aprile scorso aveva risposto in maniera diversa alle domande de ilfattoquotidiano.it (leggi l’inchiesta). Le questioni erano le stesse: i cortocircuiti sospetti tra controllore e controllato nel sistema della gestione rifiuti dell’Ato Toscana Sud e le indagini in corso da parte della magistratura. “Il fatto che ci sia stata una difficoltà non fa venir meno la validità del modello applicato” disse Rossi ad aprile 2016.

ENRICO ROSSI AD APRILE 2016: “MODELLO APPLICATO E’ VALIDO”
Sempre in quella occasione, ilfattoquotidiano.it chiese al governatore come mai, in presenza di un servizio per nulla migliorato (eufemismo), i costi per i cittadini erano aumentati. Rossi ammise che “la fase di riorganizzazione del servizio da parte del gestore unico ha visto alcune criticità nel cammino verso la piena operatività”, sottolineando al tempo stesso che “però già oggi si vedono i primi segni tangibili di un modello omogeneo di gestione“. Diversa, sempre ad aprile scorso, la presa di posizione del numero uno dell’ente sulle tariffe ai cittadini: “Non dipendono dalla Regione, però va detto che l’introduzione della Tares e poi della Tari ha reso necessario provvedere da parte dei Comuni alla copertura del 100% dei costi del servizio, cosa che prima non accadeva in tutte le realtà comunali. Peraltro, a fronte della variazione dei tributi comunali, complessivamente dal 2014 al 2016 il costo del servizio inteso come somma del servizio di gestione e del servizio di trattamento/recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti, non ha visto alcun incremento”. Per Enrico Rossi era una buona notizia: “Per confrontare meglio il dato di costo del servizio e la sua efficienza, sia opportuno prendere a riferimento il costo medio di trattamento a tonnellata prodotta che per l’Ato Toscana Sud risulta inferiore rispetto al dato nazionale e al dato dell’Italia centrale”.

ENRICO ROSSI A NOVEMBRE 2016: “COMMISTIONE DI RUOLI CHE FAVORISCE INTERESSI PRIVATI”
A distanza di sette mesi da allora, il governatore giustamente è stato costretto a correggere il tiro. Perché dall’inchiesta della Procura di Firenze sull’Ato Sud della Toscana per corruzione nelle gare di appalto della gestione dei rifiuti “emerge un quadro grave – ha detto oggi Rossi – Siamo di fronte ad un intervento di manomissione di una gara per garantire che venisse assegnata a certi gruppi locali, a quanto capiamo. Oltre a questo c’è anche l’utile personale, chi ha approfittato si è messo anche soldi in tasca“. Non solo. Dopo aver ringraziato la procura, l’amministratore democratico ha aggiunto che “se gli sviluppi giudiziari lo confermeranno, quello che emerge è la scarsa sensibilità al rigore alla tutela dell’interesse pubblico” e “una commistione di ruoli che favorisce interessi privati, di gruppi, secondo una logica molto parassitaria: questo apre uno squarcio molto preoccupante. Molte volte – ha proseguito Rossi – ho denunciato il capitalismo parassitario, ora dico che quando si fanno gare non ci deve essere nessuna predestinata“.

COMMISSIONE D’INCHIESTA E ATO UNICA
Successivamente il governatore Rossi ha dato due notizie. La prima: una commissione d’inchiesta ad hoc, che “verificherà se tra manomissione della gara e interessi privati non sia stata alterata la qualità del servizio. Mi auguro che nell’arco di un mese si possano avere risultanze, che manderò ai sindaci”. Rossi, poi, ha chiesto la testa di Andrea Corti, direttore dell’Ato da mercoledì ai domiciliari: “Oggi stesso dalla Regione verrà inviata una lettera all’Ato Sud perché sia sostituito il direttore Andrea Corti: ci aspettiamo che oggi stesso ci venga proposto il nuovo nome per il direttore”. La seconda: lunedì prossimo verrà presentata una proposta di legge per istituire un Ato dei rifiuti unico in Toscana. “Consentirà di esercitare meglio le nostre funzioni di controllo e di indirizzo sugli obiettivi che noi diamo alle diverse realtà della Toscana, quanta differenziata, quanti impianti e via dicendo” ha spiegato il governatore, secondo cui “avere un solo Ato ci consentirà di nominare commissari i sindaci, e già adesso assicuro che le gare in corso non verranno bloccate”. Inoltre, ha concluso il presidente, “dopo aver istituito l’Ato unico faremo un nuovo piano delle competenze che erano delle province e che da gennaio abbiamo ereditato da loro”.

LA TELEFONATA TRA CORTI E ORGANNI
Nel dorso fiorentino dell’edizione odierna di Repubblica è pubblicata un’intercettazione telefonica di importanza non secondaria. Era il giorno di San Valentino del 2015 e già da un po’ di tempo iniziavano ad emergere malumori sull’operato (e soprattutto sul costo) del servizio offerto da Sei Toscana. Il Movimento 5 Stelle aveva già presentato un esposto all’autorità giudiziaria e alla Corte dei Conti, nonché una mozione in assemblea di Ato Toscana Sud: nessun sindaco approvò il provvedimento grillino. Che però un effetto lo ebbe: creare preoccupazione tra i vari protagonisti della gestione dei rifiuti. In questo ambito rientra la telefonata del direttore di Ato Andrea Corti a Eros Organni, all’epoca ad di Sei Toscana. Tradotto: il controllore telefona al controllato. E dice: “Mi ha chiamato la Bramerini (in quel momento assessore regionale all’ambiente, ndr), ci sono dei rumors grossetani, è molto preoccupata perché ci sono delle possibili saldature fra pezzi dei Grillini, pezzi del Pd grossetano e pezzi del Pd aretino… “. Poi Corti aggiunge: “C’è stato un brutto segnale del sindaco di Magliano: ‘Sei Toscana costa l’ira di Dio, è tutta colpa della Regione…’. Hanno tirato fuori che il servizio di Sei sullo spazzamento costa 200 euro quando il loro costava 50…”. Come vuole risolvere Corti la questione? Non pretendendo dalla Sei Toscana un servizio migliore, bensì indicando una soluzione alternativa: “spaccare un po’ il fronte” dei malcontenti concedendo piccoli benefit (cassonetti nuovi e soluzioni simili) a chi si stava lamentando.

SI E’ DIMESSO AD DI SIENA AMBIENTE: E’ TRA GLI  INDAGATI
Nel frattempo si è dimesso Marco Buzzichelli, 54 anni, amministratore delegato di Siena Ambiente, tra gli indagati per turbativa d’asta e corruzione nella maxi-gara da 3,5 miliardi di euro truccata con cui nel 2013 è stato assegnato il ciclo dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Buzzichelli è uno dei destinatari di una misura cautelare di interdizione da attività di impresa e divieto di compiti dirigenziali stabilita dal gip di Firenze Matteo Zanobini. Le dimissioni, presentate ieri sera in una riunione straordinaria del cda, vengono rese note oggi dalla stessa Siena Ambiente, la società di gestione dei rifiuti capofila del consorzio Sei Toscana che si aggiudicò il mega-appalto.

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