Compromesso sulla rottamazione delle cartelle esattoriali e sui dipendenti Equitalia, maglie più larghe per aderire alla voluntary bis, pace fiscale per il mese di agosto, stop al tax day e nuova proroga dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate i cui incarichi dirigenziali sono stati bocciati dalla Consulta. Sono alcune delle novità del decreto Fiscale collegato alla manovra che è stato approvato dalle commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera e arriverà in aula a Montecitorio lunedì. Con ogni probabilità il governo porrà la fiducia e il testo sarà licenziato martedì. Ecco in dettaglio le modifiche che, secondo il presidente della Finanze Maurizio Bernardo, sono state apportate per la volontà di “rispondere alle istanze dei contribuenti”.
LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE E I DIPENDENTI EQUITALIA – Il punto destinato a far discutere di più è quello delle cartelle. Secondo un compromesso che tiene conto delle necessarie coperture, infatti, è stato stabilito che le rate per la rottamazione aumentano di numero, ma salgono solo a quota 5 dalle 4 inizialmente previste. Di contro sarà possibile rottamare anche le cartelle del 2016 e non più solo quelle fino al 2015. La rottamazione viene inoltre estesa a tutte le multe, anche a quelle degli enti territoriali che effettuano la riscossione attraverso l’ingiunzione fiscale. Chi ha già presentato domanda potrà integrarla secondo le nuove regole. L’allungamento e l’ampliamento permette sulla carta di garantire alle casse dello Stato tutto il gettito previsto nel 2017 necessario per la copertura della manovra e nel 2018, incrementandolo rispettivamente di 300 milioni e di 1,1 miliardi per un totale di 1,4 miliardi. I maggiori incassi saranno assorbiti nel Fondo per le esigenze indifferibili del ministero dell’Economia. Il decreto prevedeva inizialmente un gettito di 2 miliardi. Sempre che i contribuenti aderiscano ovviamente. Non potranno essere rottamate le cartelle di debiti per sanzioni irrogate da Bankitalia o dalle altre Authority.
Dal punto di vista pratico, tre delle rate andranno saldate nel 2017 – per un totale pari al 70% dell’importo dovuto – e due per il rimanente 30% nel 2018. Il termine per le istanze di richiesta passa dal 23 gennaio al 31 marzo e i termini per la risposta da parte di Equitalia slitta dal 22 aprile al 31 maggio. L’ultima rata, che avrebbe dovuto essere pagata a marzo 2018, sarà invece a settembre dello stesso anno. Prevista anche una clausola di salvaguardia per chi aveva già fatto domanda, in modo che possa accedere alle nuove e più favorevoli condizioni.Nel mezzo il caso pignoramenti: nel corso della giornata in Commissione è stato approvato un emendamento che stabiliva che i pignoramenti legati alle cartelle di Equitalia sarebbero stati cancellati appena pagata la prima rata della rottamazione. Poi, un nuovo emendamento ha eliminato la novità. Un emendamento di Scci-Maie prevede invece che la rottamazione delle cartelle possa riguardare il singolo carico a ruolo o affidato, mentre una modifica del Pd, stabilisce che le comunicazioni di inesigibilità relative a quote affidate agli agenti della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, anche da soggetti creditori che hanno cessato o cessano di avvalersi delle società del gruppo Equitalia, sono presentate, per i ruoli consegnati negli anni 2014 e 2015, entro il 31 dicembre 2019, e, per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2013, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, entro il 31 dicembre di ciascun anno successivo al 2019.
Niente concorso, infine, per gli ex dipendenti di Equitalia che passeranno alla nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione: sarà sufficiente una “ricognizione delle competenze“.
VOLUNTARY BIS PER TUTTI CON ALIQUOTE SPALMATE – La nuova edizione della Voluntary Disclosure sarà ampliata anche a coloro che hanno già aderito alla prima istanza, chi ha fatto rientrate soldi dall’estero potrà ora sanare quelli detenuti in Italia e viceversa. Allo stesso tempo, l’importo totale del contante che si volesse far emergere verrà diviso in quote costanti su 5 anni. Una novità denunciata da Sinistra italiana come una nuova norma pro-evasori, volta ad abbattere le aliquote altrimenti massime, ma che secondo il promotore Giulio Sottanelli, serve solo a fare chiarezza su un punto a rischio di contenziosi con i contribuenti. “L’impianto che esce dal decreto è quello della vecchia voluntary. Io sono della scuola di pensiero che la fai una volta e mai più. Il legislatore ha deciso per la reiterazione e ha senso seguire la strada consigliata da Greco della negoziazione guidata. Nessuno deve inorridire all’ipotesi di far tornare capitali ma va fatto avendo un’idea di intelaiatura fiscale”, dice il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd). “Sul contante – ha aggiunto – se funzionano i controlli di magistratura e Agenzia delle entrate, escluderei che ci possa essere l’interpretazione che hanno dato alcuni colleghi di Si-Sel. La preoccupazione c’è, ma la norma non consente scappatoie se le autorità controlleranno”.
ADDIO STUDI DI SETTORE E TAX DAY. LE SEMPLIFICAZIONI – Dal 2017 gli odiati studi di settore diventano indici di affidabilità fiscale, a cui sono collegati livelli di premialità per i contribuenti più affidabili. Sempre a partire dal 2017 non ci sarà più una data unica, il 16 giugno, per pagare tutti i tributi: si sposta il pagamento Irpef, Irap e Ires al 30 giugno e si lascia il pagamento di Imu e Tasi al 16 giugno di ogni anno. Ad agosto (fino al 4 settembre) saranno sospesi i termini per rispondere alle richieste di chiarimenti dell’Agenzia delle entrate e nello stesso periodo non si applica il termine dei 30 giorni per il pagamento delle somme dovute a seguito dei controlli automatici e dei controlli formali. Vengono inoltre spostati in avanti fino al 23 luglio i termini per l’invio della dichiarazione dei redditi precompilata. Arrivano poi le notifiche dell’Agenzia delle entrate per email: “La notificazione degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati alle imprese individuali o costituite in forma societaria e ai professionisti” può essere effettuata “a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo risultante dall’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata”. Tra le altre novità, torna la possibilità di pagare gli F24 in modalità cartacea anche sopra i mille euro, purché non si sia partita Iva. E anche le spese di viaggio e trasporto entrano a far parte delle spese deducibili per i professionisti. Le partite Iva dimenticate saranno chiuse automaticamente dopo tre anni di inattività. Infine il rinnovo della cedolare secca sarà automaticamente legato al rinnovo del contratto di affitto.
STOP ALLE MAXI SANZIONI IVA – Dopo l’esplosione delle polemiche sono state prontamente ridotte le maxi sanzioni previste per l’omessa o errata trasmissione dei dati delle fatture Iva: viene fissata una multa di 2 euro per ciascuna fattura con un massimo di 1.000 euro per ciascun trimestre. La sanzione è ridotta alla metà, con un massimo di 500 euro, se la trasmissione è effettuata entro i 15 giorni successivi alla scadenza indicata ovvero se entro lo stesso termine, viene trasmessa la correzione dei dati. Per quanto riguarda i dati relativi alle liquidazioni periodiche, si stabilisce che l’omessa, incompleta o infedele comunicazione “è punita con una sanzione da 500 a 2.000 euro” che viene ridotta alla metà se la trasmissione è effettuata entro 15 giorni, ovvero se entro lo stesso tempo viene effettuata la trasmissione corretta dei dati.
NUOVA PROROGA PER I DIRIGENTI DELLE ENTRATE BOCCIATI DALLA CONSULTA – “Per assicurare la continuità operativa degli uffici”, sono prorogate fino al 30 settembre 2017 le deleghe dei dirigenti dell’Agenzia delle entrate. La proroga risponde allo stop dei giudici amministrativi ai concorsi per dirigenti e l’avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre per le posizioni organizzative temporanee. Il 17 marzo 2015 la Corte costituzionale aveva cancellato la norma che aveva consentito di prorogare nel tempo il conferimento di incarichi dirigenziali a funzionari senza passare dai concorsi. Con la Stabilità dello scorso anno si erano create, fino al 31 dicembre 2016 e in attesa di appositi concorsi, delle posizioni dirigenziali provvisorie: una soluzione ponte in attesa dei concorsi per i nuovi dirigenti. Questi concorsi sono però stati nuovamente bloccati dalla giustizia amministrativa e il problema si sarebbe riproposto a fine anno.
PIU’ TAGLI ALLA SALUTE, MENO PER LE INFRASTRUTTURE – Aumentano i tagli al ministero della Salute, diminuiscono quelli al dicastero Trasporti e Infrastrutture. Un emendamento dei relatori Paolo Tancredi (Ap) e Giovanni Sanga (Pd) prevede che quest’anno al capitolo “tutela della salute” vadano 2,2 milioni in meno e alla “prevenzione e promozione della salute umana” 2 milioni in meno. Le riduzioni di spesa previste ora sono rispettivamente di 1,7 milioni e 500mila euro. In compenso si chiede di eliminare il taglio di 7 milioni di euro previsto al capitolo “sanità pubblica veterinaria”. Una proposta di modifica del governo, al contrario, ritocca al ribasso il taglio previsto nel 2016 per il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: si passa da 99,954 milioni di euro a 94,238 milioni di euro. Obiettivo, evitare che “alcuni tagli non incidano negativamente su obbligazioni assunte dal ministero”. Anche il ministero dei Beni culturali si vede ridurre le risorse per il 2016 di 30 milioni in più rispetto a quanto previsto dal decreto (80 milioni invece di 50), ma in cambio incassa 30 milioni in più di stanziamento per il tax credit per il cinema. Infine il vincolo di riduzione della spesa non sarà applicato all’Autorità anticorruzione, nel limite di 1 milione di euro per l’anno 2016 e di 10 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017.
 
VIGILANZA DEL TESORO SULL’USO DEI 600 MILIONI CONCESSI ALLA CAMPANIA – Un emendamento dei relatori prevede che sull’uso dei 600 milioni di euro concessi alla Regione Campania per ripianare il debito della società Eav Srl, dovrà vigilare, oltre alla stessa Regione, anche il ministero dell’Economia. Sono invece stati respinti gli emendamenti soppressivi proposti dalle opposizioni, che chiedevano di non erogare i 600 milioni di euro alla Campania per l’Eav. Passa infine un emendamento di Forza Italia riformulato, sullo stesso tema, che prevede che le coperture per le misure del decreto sul trasporto regionale siano rese disponibili “tenendo conto della localizzazione territoriale”.
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