Mentre in Umbria e nelle Marche si ripete per la terza volta in due mesi il dramma di migliaia di sfollati, cade il quattordicesimo di una delle vicende più dolorose che in Italia sono legate ai terremoti: il crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso. A morire furono una maestra e 27 bambini. Era il 31 ottobre 2002. Una tragedia ricordata in Regione. Sicurezza, prevenzione, solidarietà: sono le parole che si sono ripetute più volte nell’Aula in una sorta di drammatico e straziante filo rosso che lega il Molise alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto. “Oggi il pensiero del Molise – ha detto il presidente Paolo Di Laura Frattura – va anche alle migliaia di persone dell’Appennino ferito, nostri concittadini che in queste ore stanno vivendo il terrore del terremoto”. Ma “il futuro non crolla” ha sottolineato il governatore: “C’è bisogno di conoscenza e consapevolezza di ciò che c’è intorno a noi: territorio, case, rischio. Un futuro dove prevenzione e cura siano prassi consolidata e non più le dovute intenzioni a tragedia avvenuta”. La promessa è che il Molise starà vicino alle popolazioni terremotate: “Diamo loro coraggio, come loro lo hanno dato a noi 14 anni fa, di guardare avanti”.

La tragedia di San Giuliano Di Puglia è stata ricordata tra gli altri dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Molise Anna Paola Sabatini che ha sottolineato la necessità di “rafforzare la coscienza civile e rinsaldare una imprescindibile cultura della sicurezza e della prevenzione perché quello che è accaduto agli alunni della scuola Jovine non accada più”. Il presidente del consiglio regionale Vincenzo Cotugno sottolinea che “dobbiamo avere il coraggio di ammettere che la maggior parte delle costruzioni, tra le quali molti edifici scolastici, non sono sicure dal punto di vista sismico. Occorre mettere in atto azioni tese a riconsiderare le priorità dell’intero Paese”.

Il processo sul crollo della scuola si è concluso nel maggio 2012, quando la Corte di Cassazione ha confermato le condanne a 5 anni di reclusione per i progettisti e i costruttori. La terza sezione penale della Suprema Corte respinse il ricorso del progettista della sopraelevazione della scuola Giuseppe La Serra, del direttore dell’Ufficio tecnico del Comune Mario Marinaro, degli imprenditori edili Giovanni Martino e Carmine Abiuso. Durante il sisma a crollare era stata la sopraelevazione dell’edificio scolastico costruita in un secondo momento. In precedenza la Cassazione aveva annullato le condanne d’appello emesse dai giudici di Campobasso e c’era stato un nuovo processo davanti alla Corte d’Appello di Salerno, finito nel 2010. L’appello bis si concluse con la riduzione della pena per La Serra e Marinaro che in primo grado erano stati condannati a 6 anni e 10 mesi dal Tribunale di Larino il 13 luglio del 2007. Per Martino e Abiuso è sempre rimasta invariata la condanna a 5 anni.

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