“Abbiamo paura del caos. Del cambiamento. Della distruzione. E’ questo l’aspetto che mi interessa. Una volta ho scritto un racconto dal titolo “The Mist“: parlava di una fitta coltre di nebbia che avanzava invadendo l’intera città. La storia si concentra su un gruppo di persone rimaste intrappolate in un supermercato: c’è una donna in fila alla cassa con una confezione di funghi. Quando la donna di avvicina alle grandi vetrine per osservare la fitta nebbia fuori il cassiere le prende la confezione di fughi: “Me li ridia”, grida lei. Ecco, abbiamo paura che qualcuno ci rubi i funghi alla cassa. Abbiamo paura dello distruzione dello stato di cose in cui siamo”. Così Stephen King in un’intervista al Paris Review.

Di che cosa abbiamo paura? Sembrerebbe una domanda buona per Halloween, non fosse che la festa del 31 ottobre con la paura (e con le streghe) ha ben poco a che vedere. Col tempo, infatti, la ricorrenza ha perso le sue connotazioni religiose e pagane ed è diventata un’occasione buona per travestirsi da strega e intagliare zucche.

Ma da dove arriva Halloween? Tradizione di origine celtica sembra derivi dallo Samhain, una festa celtica che segna la fine dell’estate: secondo l’antico calendario celtico l’inizio del nuovo anno era proprio il 31 ottobre. E la data scelta per la festività cristiana di Ognissanti, l’1 novembre (nell’840, da papa Gregorio IV), potrebbe avere avuto lo scopo di dare una continuità tra la festa cristiana e il rito pagano. Sbarcata in grande spolvero negli Stati Uniti per via dei migranti irlandesi che portarono con sé nella seconda metà dell’Ottocento, è una festa poco italiana nonostante negli ultimi anni il suo riverbero fluorescente sia arrivato anche nelle nostre strade. Festa commerciale anzichenò, il 31 ottobre la paura non si fa vedere nemmeno per gioco, l’horror acquista tinte grottesche, i travestimenti diventano scuse per un selfie. “È il giorno in cui ci si ricorda che viviamo in un piccolo angolo di luce circondati dall’oscurità di ciò che non conosciamo”, ha detto King, sempre lui, su Halloween. E va bene, perché lui è il maestro dell’horror e non poteva certo dire “è il giorno in cui si fa di tutto per evitare l’imbarazzo di incontrare la vicina vestita da strega sexy”. Eppure questo è, caro Stephen: zucche intagliate (si tratta di una vecchia tradizione irlandese secondo la quale bisognava intagliare e decorare le rape. Solo che una volta arrivati negli Stati Uniti nell’Ottocento gli irlandesi si resero conto che le rape erano troppo piccole e le sostituirono con le zucche), bimbi che bussano alla porta in cerca di caramelle, feste a tema in discoteche di provincia.

 

 

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