Cominciano a dispiegarsi le prime conseguenze dell’offensiva sui Mosul. Lo Stato Islamico ha attaccato Kirkuk, città del nord dell’Iraq controllata dalle forze curdo-irachene, al confine con la regione autonoma del Kurdistan. Media curdi, che seguono la situazione minuto per minuto, riferiscono che i miliziani hanno fatto irruzione in uffici pubblici, case e scuole, prendendo in ostaggio diverse persone. La città è stata completamente isolata: le forze Peshmerga non consentono l’ingresso a nessuno ai check point di ingresso al centro abitato, dove affermano di aver decretato il coprifuoco. In quello settentrionale centinaia di camion sono in coda, mentre vengono lasciati entrare solo mezzi carichi di rinforzi militari.

Dopo l’inizio dell’offensiva su Mosul, è stata elevata l’allerta in tutta la regione settentrionale dell’Iraq: nella tarda serata di ieri anche a Erbil le forze curde hanno allestito check-point lungo le strade principali di accesso soprattutto nei pressi del quartiere cristiano della città, proprio per il timore di attacchi da parte dei jihadisti.

Attaccate le sedi della polizia – Tre sedi della polizia, l’ex quartier generale delle forze di sicurezza, sedi amministrative non meglio precisate e una centrale elettrica sono stati tra gli obiettivi degli attacchi coordinati. Ma i jihadisti “non sono riusciti ad entrare in alcun edificio governativo”, ha detto il governatore, Najmaldin Karim, parlando alla televisione curda Rudaw.
Ad essere attaccati sono stati tra gli altri l’ex quartier generale della polizia a Qushla, nel centro della città, una sede delle forze di sicurezza nel quartiere di Tesin e altre due stazioni della polizia nei quartieri di Wahid Huzairan e Demir.

Attaccata la centrale elettrica – Un commando di jihadisti ha attaccato la centrale elettrica di Dubiz, a nord di Kirkuk, uccidendo almeno 16 impiegati. Lo ha riferito Abdullah Nour Eddin, capo della polizia locale, in un comunicato. “Tre attentatori suicidi – si legge nella nota – hanno colpito l’impianto e hanno ucciso 12 ingegneri e tecnici iracheni e quattro iraniani. Le forze di sicurezza sono intervenute, uccidendo uno degli attentatori, mentre gli altri due si sono fatti saltare in aria”.

“Ostaggi in moschee, scuole e abitazioni” – Fonti curde riferiscono che un numero imprecisato di miliziani è asserragliato all’interno di una scuola. Un altro gruppo di jihadisti “ha preso delle persone in ostaggio in una moschea nel quartiere chiamato 1° settembre, approfittando del venerdì di preghiera”, ha riferito l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Yousif Thomas Mirkis, riferendo le informazioni che ha ricevuto stamani dalla sua città mentre si trova a Venezia per un convegno del Ppe. L’arcivescovo ha confermato che gli accessi alla città sono chiusi e che si spara ovunque. Secondo Rudaw, poi, militanti dell’Is hanno fatto irruzione in alcune abitazioni.

“Jihadisti arrivati con i profughi” – Fonti della sicurezza locali hanno affermato che miliziani che hanno attaccato la città sono arrivati probabilmente mescolandosi alle migliaia di profughi in fuga dalla guerra. L’operazione sarebbe una risposta all’offensiva lanciata dalle forze lealiste verso Mosul. Secondo le fonti, i jihadisti potrebbero essere arrivati a Kirkuk mescolandosi ai molti profughi che nelle ultime settimane sono fuggiti da Hawijia, una località 70 chilometri a sud-ovest della città. Hawija è la città principale di una sacca di territorio ancora in mano all’Isis ma che le forze governative e quelle curde sono riuscite ad isolare dalla regione di Mosul, a nord.

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