Con 336 voti a favore e nessun contrario la Camera ha approvato ieri in via definitiva la nuova legge contro il caporalato. “È una grande giornata per il lavoro, per la tutela dei diritti e le persone più deboli” ha dichiarato il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Tra le novità introdotte nel nuovo disegno di legge è previsto un inasprimento degli strumenti penali per i caporali, indennizzi per le vittime, rafforzamento della rete del lavoro agricolo di qualità e un piano di interventi per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali.

Sanzionabili, anche attraverso la confisca dei beni, non solo i caporali, ma anche i datori di lavoro consapevoli dell’origine dello sfruttamento. Saranno previsti fino a sei anni di carcere, che possono diventare otto in caso di violenza o minaccia per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Nel disegno di legge si apprende come “il reato è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, chiunque recluta manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori e chi utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di caporali, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno”.

“Le vittime di questo fenomeno non sono solo migranti, ma anche persone italiane come Paola Clemente, la bracciante di 49 anni morta nei campi il 13 luglio dello scorso anno mentre era al lavoro in un vigneto ad Andria” ha specificato il presidente nazionale di Libera, Luigi Ciotti. “Oggi il fenomeno del caporalato e dell’intermediazione illecita di manodopera non riguarda solamente alcuni territori del Sud ma è in crescita ed è esteso ormai in tutta Italia. I numeri e le storie di negazione della dignità delle persone, contenute nei rapporti annuali sulle agromafie, impongono uno scatto in più da parte di tutti. La riforma approvata compie dei passi in avanti notevoli perché rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca dei beni accumulati illecitamente. Per la prima volta, inoltre, si estendono le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata la omogeneità dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro” ha poi concluso.

Soddisfatto il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “Lo Stato risponde in maniera netta e unita contro il caporalato con questa nuova legge attesa da almeno cinque anni. C’è tanto lavoro da fare e una legge da sola non basta, ma la direzione che abbiamo tracciato è inequivocabile. Dobbiamo lavorare uniti per non avere mai più schiavi nei campi”. Anche i sindacati hanno accolto con favore il nuovo disegno di legge: “Finalmente una legge buona e giusta che ci aiuterà nella difesa dei lavoratori italiani e stranieri sfruttati da imprenditori privi di scrupoli, da caporali che lucrano sulla loro povertà e sul loro bisogno di lavoro, dalla criminalità organizzata”. Così ha commentato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

“Questo provvedimento è solo il primo passo di un lungo percorso. Tanti infatti gli aspetti che andavano potenziati, dai trasporti per raggiungere il luogo di lavoro in mano ai caporali agli alloggi dignitosi, al fine di eliminare la ghettizzazione dei lavoratori” hanno dichiarato i deputati del M5S delle Commissioni Giustizia e Lavoro. “Nel frattempo – hanno poi aggiunto – vigileremo sulla reale portata ed efficacia della norma perché il caporalato è un fenomeno strutturale della filiera produttiva di fronte al quale la politica non può più chiudere gli occhi e che va combattuto con tutti gli strumenti possibili”.

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