“I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi”. Prendendo spunto da questa frase di Picasso si potrebbe iniziare ad analizzare la carriera e cosa ha rappresentato la figura di Fabri Fibra in questi anni. Fabrizio Tarducci è l’artista che ha cambiato e riportato in auge il rap in Italia. Può sembrare un’affermazione avventata, ma è la realtà dei fatti. I numeri di Fibra sono eloquenti: in quasi vent’anni di carriera ha venduto più di un milione di copie.

Il rapper è partito da Senigallia e si è preso poco alla volta tutta l’Italia. Sudore, sacrifici, errori e risalite. Per arrivare in alto Fibra ha dovuto sgomitare, scontrandosi con le logiche del mercato musicale. In un’epoca in cui il rap era quasi scomparso dal radar delle major, Fibra ha riacceso il segnale. Dopo un paio d’anni nell’underground è arrivato il grande salto nel mainstream. Uomini di Mare, Turbe Giovanili e Mr Simpatia gli hanno spianato la strada per Tradimento, l’album uscito per Universal nel 2006 che lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Dopo solo una settimana dall’uscita, il disco era già finito in top ten. Cosa mai successa prima per un album rap in Italia.

Applausi per Fibra diventa subito una hit. Passa in radio. Fibra appassiona non solo i ragazzi ma anche la fascia adulta. La sua schiettezza, le sue rime crude, il suo modo di essere e di presentarsi intriga gli ascoltatori. Ama provocare, i suoi testi espliciti dividono l’opinione pubblica. Parla di droghe, di scandali, della Chiesa, dell’omosessualità, della politica senza tirarsi mai indietro. Diventa il primo rapper a essere condannato in Italia per il testo di una sua canzone. Viene escluso nel 2013 dal concerto del primo maggio a Roma per i “suoi testi misogini e sessisti”. È una figura nuova nel panorama musicale. Nelle interviste dei primi tempi risulta quasi enigmatico. È un artista libero che ama raccontare la realtà che lo circonda. Con il passare degli anni sforna album e colleziona successi. Nel 2010 raggiunge, forse, il picco con “Tranne te“, che diventa un tormentone estivo e una hit nazionale. Sperimenta anche la carriera da produttore discografico, fondando la sua label Tempi Duri Records, e lanciando rapper come Entics, Clementino e Moreno.

Prima di far uscire quest’anno Tradimento 10 anni Reloaded, aveva pubblicato Guerra e Pace e Squallor, due album molto introspettivi, dalle atmosfere cupe e con forti richiami all’attualità del nostro Paese. L’evoluzione artistica l’ha portato a sperimentare suoni nuovi, a cercare nuove strade in cui poter praticare la sua arte. Usando un ossimoro si può dire che in questi anni è cambiato pur restando uguale. Ora, varcata la soglia dei 40 anni, resta da capire come si approccerà ancora con l’hip hop e con i suoi fans. Cambierà o resterà uguale? Come si evolverà Fabri Fibra? Forse le risposte sono racchiuse nel suo prossimo album, che dovrebbe uscire a breve visto le foto che l’artista ha postato in questi mesi sui social network. Intanto però tanti auguri Fabri.

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