Utente chiede “Salve, ho appena fatto lo Spid. Come posso fare adesso ad accedere al bonus dei 500 euro?”.

Agid, Agenzia per l’Italia digitale, risponde: “Ciao Riccardo, il bonus cultura non è disponibile perché è in via di perfezionamento. Molto presto lo sarà e potrai utilizzarlo tramite Spid”.

Altro utente protesta: “È inconcepibile che a metà ottobre ancora questo bonus non sia disponibile e ancora ci sono persone che lo aspettano per acquistare i libri scolastici”.

E ancora Agid risponde: “Ciao Gabriella, il servizio presto partirà, i numerosi soggetti coinvolti per la sua attivazione stanno lavorando per ottimizzare gli aspetti tecnici più complessi, e vedrai che presto sarà disponibile. Nessuna promessa incompiuta”.

La traduzione di questo scambio è che tutto è fermo. E’ passato un mese da quando è stato lanciato il sito 18app, su cui esercenti e destinatari devono iscriversi per usufruire e far usufruire del bonus cultura da 500 euro promesso dal governo a oltre 500mila giovani. E, dopo un mese, aprendolo ci si trova ancora di fronte alla sua versione beta. Significa che oltre a registrarsi, se si è esercenti, o a essere reindirizzati nel portale di Spid, se si è maggiorenni, c’è poco altro da fare. Si può aspettare, certo. Ma per quanto?

Quello che si sa è che la nuova versione non può essere ancora rilasciata perché in Agid attendono che si concludano alcune procedure amministrative. Quali siano, però, non è dato sapere. Si può però invece dire con certezza che Spid (al contrario di ciò che evoca il nome) procede a rilento: secondo il ministro Madia, il Sistema Pubblico d’identità digitale – che dovrebbe permettere di accedere con un unico username e un’unica password a tutti i servizi della pubblica amministrazione – entro fine anno avrebbe dovuto raggiungere quota tre milioni di utenti.

Eppure, il conteggio odierno (16 ottobre) parla di 133.506 identità rilasciate. Una disfatta, se si tiene conto che a gonfiare questo numero ha contribuito l’obbligo d’iscrizione per i neo-diciottenni che vogliano usufruire del bonus cultura.

L’ultimo grande annuncio della Pa digitale, insomma, rischia di sgonfiarsi a breve: forse la decisione del Tar del Lazio di annullare il regolamento che obbligava i provider di identità digitale a determinati vincoli assicurativi e di capitale potrebbe rendere tutto più agevole e coinvolgere anche imprese più piccole (un’ottima vittoria per Assoprovider e Assintel). Ma, di sicuro, l’obiettivo di fine anno è già mancato. E quello dei dieci milioni nel 2017, sembra solo una vana speranza.

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