Dalla stanza “rana” – qui le camere hanno nomi così: rana, coniglio… –, su al secondo piano, oltre la porta di legno vecchio che cigola e si apre con una serratura di ferro battuto, oltre il letto ancora di ferro battuto, oltre lo scrittoio vecchio, scostando le tendine di cotone a fiori e, poi, spostando un poco invadenti rami dell’edera che copre tutta la facciata del casale e cerca di entrare dalla finestra, il panorama è formidabile. Antico, perfetto, dolce. Colline da qui all’infinito dietro il primo piano di due cipressi che si tendono la mano, una pianta di cachi grande come una quercia, boschi che si perdono verso l’orizzonte e, prima dei boschi, vigneti. Ordinati, perfetti. D’accordo, c’è anche una piscina con i suoi angoli retti, gli unici di un paesaggio morbido. Poi, sul selciato, i tavolini di ferro battuto, certo, con sopra le ceramiche della nonna per la prima colazione. E la sala di lettura da casa di campagna inglese, cuscini, fiori. È il relais Maso di Villa a Susegana, uno dei piccoli paesi della Valdobbiadene, provincia di Treviso, Veneto, Italia.

Al Maso ci si arriva, sbagliando inevitabilmente un paio di volte, per una strada solitaria che vaga a mezza collina portandoti lontano da tutto. Il casale è nascosto. Come la Vadobbiadene, un po’. Per raggiungerla ci si deve staccare dalla rete di autostrade e inoltrarsi per vie “secondarie”. Bisogna proprio volerlo, di qui non “si passa per caso”. Meglio così, in fondo. La piccola regione è rimasta un mondo a sé, chiuso, solidale. Una raffinata contea, un triangolo delimitato da tre punti: Vittorio Veneto, Conegliano, Valdobbiadene. «Be’, strade di grande collegamento con l’esterno oggi sarebbero indispensabili», mi confesserà più tardi Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, con lieve accento veneto e aplomb da gentiluomo inglese. Bisognava darsi da fare in una terra come questa, esteticamente meravigliosa ma dura, complicata. Sono mezze montagne queste colline, mica facile pensare cosa farne.

Hanno cominciato a piantar viti. Tutti. Non a caso. Si sono scoperti una terra buona e un clima giusto, con le Prealpi e poi le Alpi a fare da barriera. Così, viti dappertutto. Su ogni metro quadrato, su ogni zolla. Pendio per pendio, anche il più verticale. Ovunque guardi, ci sono viti. Qualche bosco qua e là è rimasto a far ancora più verde il paesaggio. Anche questo fa parte del gioco. Dentro il triangolo incardinato sui tre centri maggiori, piccoli paesi con belle piazze, pievi, castelli. C’è una Strada del Prosecco, un anello di un’ottantina di chilometri che consente di non perdere proprio nulla: basta mettere sul cruscotto dell’auto, a coprire il navigatore, la carta “Visit Conegliano Valdobbiadene”, proprio di carta alla maniera antica, con tutti i disegni e le indicazioni necessarie per andare a colpo sicuro.

La storia enologica della Valdobbiadene comincia quando qualcuno ha provato a ingegnarsi per fare un prodotto buono. Mica da ieri. È dal 1760, per esempio, che i Bortolomiol, titolari di una delle cantine più grandi, fanno vino. Fu Giuliano, nell’immediato dopoguerra, a tirarsi su le maniche e a trasformare il Prosecco da prodotto locale da osteria a spumante di livello. C’erano vigneti abbandonati e poche idee. Rivitalizzò i primi e tirò fuori le seconde. Oggi a gestire l’attività sono le sue quattro figlie, supportate dall’esperienza di mamma Ottavia. È famosa anche per questo, la Bortolomiol, oltre che per lo spumante: una cantina tutta al femminile. Con quel che ne consegue. «Per esempio la creazione di un piccolo parco, che chiamiamo della Filandetta», spiega Elvira Bortolomiol, un’area verde collegata al paese. È annesso all’azienda, ospita le sculture dell’artista Giovanni Casellato ed è aperto spesso al pubblico per manifestazioni culturali. Giuliano veniva dalla celebre Scuola enologica di Conegliano, dove si formano i giovani viticoltori ed enologi di domani. Una grande villa, un grande vigneto e dentro tutto il sapere di secoli. Esiste dal 1876. Una scuola dove il tema principale è il vino. Non male.

Arriva il successo planetario. Tanto che in Brasile, in Australia, in Croazia tentano di imitarlo. Nel 2009 si mettono le cose a posto. Hanno diritto a produrre Prosecco due regioni, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e nello specifico nove province: Treviso, appunto, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno, Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine. «Non è che siamo tutti contenti di questo. il Prosecco è nato qui», sbotta Desiderio Bortolin, rampollo di una storica famiglia di produttori. Ha una Land Rover da campagna inglese, un ufficio con eco-scrivanie di cartone, bottiglie fatte fare appositamente con due lati appiattiti – «così non rotolano», dice – e un grande amore per le sue vigne in verticale.

A proteggere lavoro, tradizione e storia di tremila viticoltori che producono uva per le 183 cantine associate c’è appunto il Consorzio guidato da Innocente Nardi, che tutela un marchio preciso: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. «Il nome lungo ci vuole, non basta dire Prosecco. Insomma, un prodotto specifico da non confondere gli altri», spiega Carlo Padoin della storica cantina Adami. Gira con una vecchia Range Rover romanticamente inglese, perché dev’essere un vezzo sentirsi un po’ country gentlemen da queste parti (oltre al fatto che un fuoristrada serve). Il Docg ormai è conosciuto da tutti, perfino nella Champagne francese, nella Franciacorta delle bollicine, fin giù nelle regioni vinicole del Sud. Ed è temuto. «La nostra gente ha faticato tanto e c’è da faticare sempre, qui». Desiderio raggiunge i pendii dove si vendemmia in verticale, che se non hai quattro ruote motrici non ti sogni nemmeno di arrivarci. Si vendemmia, ma in pausa si brinda con una bottiglia dell’anno scorso. La chiamano “vendemmia eroica”, perché ci vuole un certo eroismo a coltivare vigne in sesto grado, e si consuma in una settimana o poco più. Migliaia di persone sulle colline a raccogliere i grappoli pregiati al momento giusto.

Il momento giusto lo stabilisce Filippo Taglietti, il tecnico del Consorzio che sa dire, a occhio o con gli strumenti giusti, se i grappoli sono pronti. Lui sentenzia e quando dà il via le strade della piccola contea del Prosecco vengono invase da trattori con carro a rimorchio che fanno la spola fra le vigne e le cantine. Viticoltori in proprio o “conferitori”, cioè piccoli proprietari che riforniscono i grandi marchi. Carri profumati e strapieni. Nel momento di punta la Strada del Prosecco sembra l’Autostrada del Sole a Ferragosto e la Cantina Produttori di Valdobbiadene ha il parcheggio strapieno di mezzi. Ogni grappolo che c’è sui carri significa fatica e sudore. Ci si ingegna come si può, ultimamente. Una volta si faceva tutto a mano arrampicandosi semplicemente, oggi le macchine aiutano. Minuscoli trattori che vanno su e giù per i pendii con le ceste cariche di grappoli. Perfino una monorotaia che si sono inventati a Farra di Soligo quelli dell’azienda Le Rive de Nadal. «I nostri nonni, invece, gerla in spalla e via». Come grado di pendenza fa concorrenza ai preziosi vigneti Cartizze della Tanorè: difficile reggersi in piedi anche senza una cesta piena di grappoli. È da qui, da San Pietro di Barbozza sulla strada che si chiama Mont di Cartizze, che si vede uno dei panorami più belli della regione. Di pomeriggio tardo, però, quando il sole allunga le ombre e disegna il contrasto dei vigneti. È qui che “Il Cartizze incontra il cielo”, come recita lo slogan dell’azienda. E poi se ne va in forma di bottiglia a deliziare palati sopraffini.

 

I NUMERI DEL PROSECCO VALDOBBIADENE

Conegliano Vadobbiadene Prosecco Superiore Docg

Vitigno: glera.

Ha ottenuto la denominazione nel 1969.

Riconoscimento Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) nel 2009.

Comuni compresi nella denominazione:15.

Superficie produttiva totale della vendemmia del 2015: 7.191 ettari suddivisi tra “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”, che costituisce la maggior parte (6.858 ettari), “Rive” (226 ettari), “Cartizze” (107 ettari).

In totale l’anno scorso sono state prodotte 83 milioni 698mila bottiglie. Le bottiglie di spumante costituiscono la maggioranza: 79 milioni 790mila, di cui oltre 76 milioni sono “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”; le bottiglie di “Rive” sono state 1 milione 730mila, quelle di “Cartizze” 1 milione 366mila.

Il 43 per cento della produzione ha preso la strada dell’estero.

Valore (stimato): 420 milioni di euro.

 

Si fa presto a dire Prosecco

“Per riconoscere il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è importante leggere l’etichetta. Elemento fondamentale è il nome del territorio, Conegliano Valdobbiadene, riportato in primo piano. Possono essere indicati entrambi i nomi o solo uno, eventualmente seguiti dalla parola Prosecco accompagnata, nel caso dello spumante, dall’aggettivo Superiore. Nell’etichetta si possono trovare la sottozona di produzione e il millesimo, cioè l’anno di vendemmia. Infine, ogni bottiglia riporta sempre la fascetta di Stato (sul collo) prevista per i vini Docg, che la rende unica grazie a un numero identificativo.”

 

INFO

Consorzio turistico Valdobbiabene – www.valdobbiadene.com

Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – www.prosecco.it

Strada del Prosecco e vini dei colli – www.coneglianovaldobbiadene.it

(mappa: www.coneglianovaldobbiadene.it/public/2hS9bY-Cartina_Guida_Visit_CV.pdf)

 

CANTINE & CO.

Adami
via Rovede 27, Colbertaldo di Vidor; tel. 0423982130.
www.adamispumanti.it
Degustazione e vendita: dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 e 14-18.30, sabato 9-13.

Bortolomiol
via Garibaldi 142, Valdobbiadene; tel. 04239749.
www.bortolomiol.com
Possibilità di acquistare vini nella sede storica dal lunedì al venerdì 8,30-12.30 3 14-17.30.
Wine Shop al parco della Filandetta (viale Mazzini 2): sabato 9.30-12.30.
Degustazioni e visite alla cantina e al Parco della Filandetta su prenotazione: tel. 3452498969.

Bortolin
via Strada di Guia 107, Guia di Valdobbiadene; tel. 0423900125.
http://bortolinangelo.wine

Le Rive de Nadal
via dei Cavai 42, Farra di Soligo; tel. 3938967316
www.lerivedenadal.com

Tanorè
via Mont di Cartizze 3, San Pietro di Barbozza; tel. 0423975770.
www.tanore.it

Cantina Produttori di Valdobbiadene
via per San Giovanni 45, Valdobbiadene; tel. 0423982070.
www.cantinaproduttorivaldobbiadene.com

Scuola enologica di Conegliano – Isiss Cerletti
via XXVIII Aprile 20, Conegliano, tel. 043861421.
www.isisscerletticonegliano.gov.it

Confraternita del Prosecco
via Piva 53, Valdobbiadene, tel. 0423972911
www.confraternitadivaldobbiadene.it

 

DOVE DORMIRE

Maso di Villa – Relais di campagna
via Col di Guarda, 15 (ingresso via Morgante II), località Collalto, Susegana; tel. 0438841414.
www.masodivilla.it
Prezzi: doppia a 138 euro con prima colazione.
Produce anche un ottimo rosso, contro la tradizione del Prosecco.

 

DOVE MANGIARE

Alla Cima
via Cima 13, San Pietro di Barbozza, Valdobbiadene; tel. 0423972711
www.trattoriacima.it
Chiuso lunedì sera e martedì.
Il ristorante, di Isidoro Rebuli, chef e presidente della Strada del Prosecco, è annesso all’azienda vinicola produttrice di Prosecco.

Da Gigetto
via De Gasperi 5, Miane; tel. 0438960020.
www.ristorantedagigetto.it
Chiuso lunedì a cena e martedì.
La cucina è raffinatissima, ma è la cantina a stupire. Una serie di sale sotterranee fatte realizzare nel corso degli anni da Gigetto, cioè Luigi Bortolini, tappezzate di bottiglie (almeno 10mila di 1.600 tipi). Lo slogan: “ La vita è troppo breve per bere vini mediocri”.

Locanda da Lino
via Roma 19, Solighetto; tel. 043882150.
www.locandadalino.it
Cucina di alto livello in un ambiente ridondante di decori fra il rococò e il neoclassico. Si può soggiornare, utilizzando magari le bici messe a disposizione o partecipare a escursioni guidate.

Osteria senz’oste
strada delle Treziese (è in cima al colle del Cartizze), Valdobbiadene.
www.allostechenonce.it
Aperto fino alle 22
Un casolare di fine Ottocento che un simpatico produttore di salumi ha messo a disposizione di tutti. All’interno ci sono tavoli che possono ospitare 14 commensali; All’esterno ci sono tre tavoli da cui si domina tutta la zona dei vigneti, raggiungibile percorrendo un breve sentiero. All’interno c’è posto per 14 commensali. A disposizione bottiglie di Prosecco e di Cartizze e, nel frigorifero, salumi, formaggi di malga, dolcetti, pane cotto a legna, uova sode. Ci si può fare il caffè. La particolarità è, appunto, che l’oste non c’è. Esiste un listino prezzi, una cassa che eroga regolarmente uno scontrino quando si paga (dopo un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate). E nessuno controlla. Funziona da sempre. In tanti anni ci sono stati solo un paio di episodi di furto. Per la gente del luogo è una tradizione, per i visitatori una piacevole scoperta.

PER
via Cervano 77/d, Bagnolo di San Pietro di Feletto; tel. 043834874.
www.perperenzin.com
Chiuso lunedì.
Ristorante dove la fan da padrone i formaggi, visto che è annesso a un caseificio (visite e degustazioni).

Salis
strada di Saccol 52, Valdobbiadene; tel. 0423900561.
www.salisristorante.it
Ristorante-enoteca: ottima cucina in un paesaggio splendido.

 

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