E’ il primo salone italiano dedicato ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma è anche un’occasione di confronto per parlare di uguaglianza, diritti e libertà. Torna a Bologna per la sua seconda edizione il Gay Bride Expo, la manifestazione inventata nel 2015 da Bussola Eventi, con il patrocinio di Arcigay, per riunire sotto lo stesso padiglione fieristico gli operatori del settore same-sex wedding e le coppie lgbt interessate alla possibilità di convogliare a nozze. Un appuntamento organizzato nell’ambito della kermesse nuziale Bologna Sì Sposa, quest’anno all’undicesima edizione, che dal 14 al 16 ottobre si terrà all’interno della Fiera del capoluogo emiliano romagnolo. “Il Gay Bride Expo è una vetrina per gli operatori del settore del gay wedding, quindi wedding planner, tour operator o ditte di catering, affinché domanda e offerta possano incontrarsi – racconta Valerio Schonfeld di Bussolaeventi, azienda specializzata in rassegne di prodotti e servizi nuziali – ma al di là dell’aspetto commerciale, una parte importante della manifestazione è l’opportunità di confrontarsi, e riflettere su ciò che è cambiato in Italia dall’approvazione della legge Cirinnà”.

Già l’anno scorso, prima che la normativa sulle unioni civili venisse approvata, Gay Bride Expo aveva dato spazio a incontri e dibattiti sui matrimoni same sex, “a mò di istanza – racconta Schonfeld – per chiedere alla politica di adeguarsi alla società”. Oggi, a legge ratificata, il mercato del same sex wedding si è allargato, il numero degli operatori che si rivolgono alle coppie omosessuali è aumentato, ed è arrivato il momento di fare formazione.

“Nonostante il traguardo legislativo, c’è ancora molto da fare affinché le unioni civili tra persone dello stesso sesso vengano viste come qualcosa di normale, da trattare allo stesso modo di una qualsiasi cerimonia di nozze – racconta Gionata Russo, 31 anni, wedding planner bolognese – ma bisogna imparare a non fare distinzioni tra etero e gay, le coppie sono coppie a prescindere dall’orientamento sessuale, e manifestazioni come il Gay Bride possono aiutare in questo senso”.

Ad abbattere i pregiudizi, per unificare, più che distinguere. “Facciamo qualche esempio – spiega Roseli Riva, wedding planner certificata dal centro internazionale di formazione Gay Wedding Institute di New York – un matrimonio gay non implica per forza un’ondata di colore o abiti stravaganti, come se gli addobbi dovessero far recuperare alla coppia anni di discriminazioni. Bisogna imparare a concentrarsi sulle persone: molte coppie omosex desiderano seguire la tradizione, e come tanti sposi etero, nel celebrare la propria unione, non vogliono un evento pubblico, ma solo un momento intimo con la famiglia”.

Poi c’è la comunicazione: “Sposo e sposa non va bene per le coppie omosessuali, abituiamoci a usare termini neutri, come partner”. Monito per gli operatori del settore, inoltre, è quello di verificare sempre che i collaboratori e i fornitori siano realmente gay-friendly: “E’ capitato purtroppo che a una coppia fosse negata la location delle nozze pochi giorni prima della celebrazione dell’unione, perché il proprietario non voleva affittarla a persone omosessuali. O che i camerieri, durante un ricevimento, facessero battutine offensive sugli ospiti. Questo non deve succedere”.

Temi che verranno affrontati nel corso dei dibattiti e dei workshop organizzati in occasione del Gay Bride Expo, come la tavola rotonda tra wedding planner e coppie che hanno già celebrato la propria unione civile in programma domenica 16 ottobre. Madrina della kermesse sarà Vladimir Luxuria, la prima parlamentare trans italiana, mentre, tra gli ospiti, arriveranno a Bologna Roberta Giallo, voce della scuderia di Lucio Dalla, Antonella Lo Coco, finalista a X Factor, Giorgia Battocchio da Italia’s Got Talent, gli attori di 16 lab e la regina della sfoglia Alessandra Spisni.

Il Gay Bride Expo 2016, inoltre, porterà a Bologna anche la campagna #Lostessosì, organizzata dalle principali associazioni lgbt italiane a favore del riconoscimento del matrimonio uguale per tutti, gay o etero. “Il 15 ottobre ci incontreremo a Bologna assieme a professori, avvocati, psicologi ed esponenti del mondo politico, per rilanciare il diritto all’uguaglianza – spiega Vincenzo Branà, presidente dell’Arcigay bolognese – il dibattito a livello nazionale si è arenato, ma quel passo è a portata di mano, e va fatto. Tutte le rivoluzioni sul piano politico, però, devono passare per quello culturale, e crediamo che eventi come il Gay Bride possano contribuire al riconoscimento delle coppie same-sex, che è un’altra tappa verso l’uguaglianza”.

“Tante coppie che prima della legge Cirinnà si sentivano invisibili oggi possono dire ‘ci siamo anche noi’, e questo è importante – sottolinea anche Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay – ma sono sicuro che di anno in anno tutto diventerà più facile, e le unioni gay entreranno a far parte della normalità”.

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