L’avvicinamento al referendum costituzionale continua ad essere caratterizzato dall’incertezza. A poco più di 50 giorni dal 4 dicembre, il fronte del No e quello del restano appaiati al 37%. Lo rivela un sondaggio realizzato da Ixè per Agorà (Rai3). Entrambi gli schieramenti perdono un punto rispetto alla settimana precedente: elettori che vanno ad ingrossare le fila degli indecisi. La soglia dell’astensione, ancora alta, si attesta al 49%: se si votasse oggi, si recherebbe alle urne il 76% degli elettori Pd, il 62% del M5S, il 70% della Lega Nord e il 49% di Forza Italia.

Permane lo stato di divisione all’interno delle due principali forze politiche rispetto alla riforma costituzionale. Il 30% dei sostenitori del Pd non voterebbe a favore del ddl Boschi, così come il 35% del popolo dei Cinquestelle non si è ancora convinto per il No. Porzioni importanti dei due elettorati, dunque, non sono ancora certi di seguire le indicazioni dei rispettivi leader rispetto al voto del 4 dicembre.

Per quanto riguarda la situazione dei partiti, il dato più rilevante della settimana, evidenziato da Ixè, è la flessione del Partito democratico. Scosso dal caso Marino e dalle frizioni interne sul referendum e l’Italicum emerse nel corso della Direzione del 10 ottobre, i democratici perdono lo 0,8% del loro consenso rispetto a 7 giorni fa e si attestano al 32,4%. Per M5s, invece, voterebbe oggi il 28,9% (-0,2%). Crescono i partiti del centrodestra: la Lega Nord passa dal 13,3% al 14,1%, Forza Italia dal 9,9% al 10,3%.

Nonostante la sofferenza del Pd, l’istituto diretto da Roberto Weber mostra la crescita, di un punto percentuale, sia della fiducia in Matteo Renzi (32%), sia di quella nei confronti del governo (29%). Tra i leader politici, il più apprezzato resta Sergio Mattarella, con un tasso di gradimento pari al 48%. A quota 22% stabile Grillo, mentre con il 20% Giorgia Meloni scavalca Luigi Di Maio (19%).

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