Papa Francesco contro “chi difende Gesù e poi caccia via un rifugiato”. Secondo il Pontefice è da considerare “ipocrita” il comportamento di chi dice di “essere cristiano” ma, al tempo stesso, non vuole accogliere “uno cerca aiuto, un affamato, un assetato, chi ha bisogno”. E questa “contraddizione, questi che vogliono difendere il cristianesimo in Occidente e dall’altra parte sono contro i rifugiati e contro le altre religioni. E questo non è una cosa dei libri, è una cosa dei giornali e dei telegiornali di tutti i giorni”. Ma “la malattia o si può dire anche il peccato che Gesù condanna di più è l’ipocrisia”. Lo ha affermato il Papa rispondendo alle domande dei partecipanti luterani al pellegrinaggio ecumenico, che ha incontrato in aula Paolo VI. Le parole di Francesco arrivano dopo l’appello lanciato ieri per il cessate il fuoco ad Aleppo, in Siria, chiedendo di evacuare i civili, soprattutto bambini.

“Il mondo si aspetta la misericordia da chi crede in Gesù” – “Non si può essere cristiani senza vivere come cristiani non si può essere cristiani senza fare quello che Gesù ci insegna in Matteo 25 (il Vangelo delle Beatitudini, ndr). Gesù ammonisce i suoi discepoli contro questo modo di fare”.  Francesco si è poi soffermato con i fedeli luterani sul tema dell’accoglienza e il valore della misericordia che deve unire tutti cristiani. “Possiamo continuare con fiducia il nostro cammino ecumenico, perché sappiamo che, al di là di tante questioni aperte che ancora ci separano, siamo già uniti. Quello che ci unisce è molto di più di quello che ci divide. Alla fine di questo mese, a Dio piacendo, mi recherò a Lund, in Svezia, e insieme alla Federazione Luterana Mondiale faremo memoria, dopo cinque secoli, dell’inizio della riforma di Lutero e ringrazieremo il Signore per cinquant’anni di dialogo ufficiale tra luterani e cattolici. Parte essenziale di questa commemorazione sarà il rivolgere i nostri sguardi verso il futuro, in vista di una testimonianza cristiana comune al mondo di oggi, che tanto ha sete di Dio e della sua misericordia. La testimonianza che il mondo si aspetta da noi è soprattutto quella di rendere visibile la misericordia che Dio ha nei nostri confronti attraverso il servizio ai più poveri, agli ammalati, a chi ha abbandonato la propria terra per cercare un futuro migliore per sé e per i propri cari. Nel metterci a servizio dei più bisognosi sperimentiamo di essere già uniti: è la misericordia di Dio che ci unisce”.

“Nessuno è straniero nella comunità cristiana” – Il rappresentante della Chiesa cattolica ha scritto nel messaggio per la 103esima edizione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che “un cristiano deve saper accogliere chi ha bisogno. Dobbiamo abbracciare ogni nazione, razza, popolo e lingua. Ognuno è prezioso, le persone – spiega il Pontefice argentino – sono più importanti delle cose e il valore di ogni istituzione si misura sul modo in cui tratta la vita e la dignità dell’essere umano, soprattutto in condizioni di vulnerabilità, come nel caso dei minori migranti”. Il messaggio del Papa ha come tema Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce e sarà letto integralmente in occasione dell’evento che si celebrerà domenica 15 gennaio 2017.

“Mi stanno a cuore i migranti minorenni, specialmente quelli soli” – Una attenzione particolare da parte del Pontefice è rivolta ai bambini che sono costretti a lasciare il proprio Paese, in particolare a causa delle guerre. “Sollecito tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”. “Come non pensare – aggiunge Francesco – a questo severo monito considerando lo sfruttamento esercitato da gente senza scrupoli a danno di tante bambine e tanti bambini avviati alla prostituzione o presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come soldati, coinvolti in traffici di droga e altre forme di delinquenza”.

 

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