Eutanasia possibile non solo per i malati terminali ma anche per chi, magari sano, ritiene di avere “completato la sua vita”. La proposta, destinata in modo specifico agli anziani, nasce in Olanda, in una lettera indirizzata al Parlamento dai ministri della Salute e della Giustizia, che intendono trasformare questa ipotesi in un disegno di legge. Che dovrebbe essere redatto, in consultazione con medici, bioeticisti e altri esperti, entro la fine del 2017. I due esponenti del governo, scrive il Daily Mail, “hanno spiegato che i dettagli della possibile normativa devono ancora essere elaborati, ma che “le persone che hanno fatto una valutazione ben ponderata sul fatto che la loro vita è finita devono, in base a criteri rigorosi e attenti, poter essere autorizzati a porvi fine in un modo dignitoso”.

Edith Schippers, ministro della Sanità, ha precisato che “essendo il desiderio di autodeterminazione nel fine vita principalmente di cittadini anziani, il nuovo sistema sarà limitato a loro”, senza specificare però una soglia d’età. La nuova legge richiederà comunque “guida attenta e vagliare in anticipo con una ‘morte fornitore di assistenza con un background medico, che è stato dato anche una formazione supplementare”.

L’iniziativa del governo ha colto di sorpresa la stessa opinione pubblica olandese. Nei mesi scorsi, infatti, un comitato di esperti appositamente costituito dopo le polemiche sollevate da un caso molto controverso – un uomo che aveva ‘aiutato’ la madre di 99 anni a morire poiché quest’ultima sosteneva di essere arrivata alla fine dei suoi giorni – aveva concluso che questa particolare forma di eutanasia non doveva essere consentita per legge. Nella loro missiva i due ministri sostengono invece che nella società c’è una “crescente e legittima” volontà che va in questo senso.

Dure le reazioni di alcuni movimenti politici cristiani, come ChristenUni, secondo i quali si è davanti a una proposta “terrificante” che mette a rischio la sicurezza degli anziani. E non è certo questo il modo giusto di risolvere il problema della solitudine in cui questa fascia sempre più ampia della popolazione si trova a vivere. Di parare opposto, naturalmente, Robert Schurink, direttore dell’organizzazione olandese per la ‘fine vita volontaria’. “La legge colmerebbe le lacune di quella sull’eutanasia rispetto a chi sente completata la sua vita e riconoscerebbe anche le sofferenze esistenziali“.

In Olanda la pratica dell’eutanasia nel Paese si è già ampliata molto oltre i confini originariamente immaginati, con il criterio della “sofferenza insopportabile” applicata non solo ai malati terminali, ma anche a quelli psichiatrici o con demenza. I suicidi assistiti sono stati 5.516 nel 2015, pari al 3,9% di tutti i decessi a livello nazionale. L’Olanda è stato il primo Paese a legalizzare l’eutanasia, nel 2002, ma solo per i pazienti senza alcuna speranza di una cura.

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