Deutsche Bank ha goduto di un “trattamento speciale” in occasione degli ultimi stress test della Banca centrale europea, i cui esiti sono stati annunciati alla fine di luglio e hanno visto tra le bocciate il Monte dei Paschi di Siena. L’accusa arriva dal Financial Time, secondo cui i risultati relativi al primo istituto tedesco – finito tra i dodici più deboli dell’Eurozona ma comunque promosso – sono “stati rafforzati con speciali concessioni concordate dal supervisore Bce”.

Secondo il quotidiano finanziario, a Deutsche è stato consentito di includere nel capitale i 4 miliardi di dollari di ricavi attesi dalla vendita della sua quota nella banca cinese Hua Xia, operazione che però a fine 2015 (discrimine ufficiale per stabilire quali transazioni andavano incluse) non era ancora stata conclusa e non lo è tuttora: anzi, dopo lo stop dei regolatori cinesi arrivato a fine settembre ora si prevede un ulteriore ritardo. Senza quella transazione il Common equity tier 1 (Cet 1), cioè il rapporto tra capitale ordinario versato e le attività ponderate per il rischio, sarebbe sceso al 7,4% contro il 7,8% emerso a luglio. E “il miglior risultato divulgato ha contribuito a rassicurare gli investitori, sempre più preoccupati circa la solidità finanziaria della banca” tedesca, chiosa il giornale della City. Il trattamento di favore riservato a Deutsche Bank lascia “perplessi”, ha detto al quotidiano Chris Wheeler, analista di Atlantic Equities. “E’ inevitabile ora che gli osservatori di mercato siano sospettosi e abbiano dubbi sulla veridicità dei risultati”, sostiene Wheeler. 

Il trattamento di favore, spiega il Financial Times, emerge da una nota a piè di pagina nei risultati degli stress test di Deutsche, unica tra i 50 istituti passati al vaglio della vigilanza unica ad aver ottenuto il via libera per includere l’impatto di un’operazione ancora in corso. Per esempio la spagnola Caixabank aveva completato la vendita di attività estere per 2,65 miliardi di euro alla sua controllante Criteria Holding a marzo, ma non le fu permesso di contabilizzare il ricavato nei risultati degli stress test.

Un portavoce dell’Eurotower ha risposto dicendo che l’istituzione guidata da Mario Draghi “tratta tutte le banche con gli stessi criteri e come previsto dalla normativa”, aggiungendo che “gli stress test del 2016 non erano un esercizio con promossi e bocciati” e “i risultati sono uno dei fattori che contribuiranno alle decisioni di vigilanza e al processo di valutazione quest’anno”. Deutsche Bank non ha voluto commentare. L’istituto, che in un anno ha perso metà del proprio valore di borsa, non ha ancora trovato un accordo tra il Dipartimento di Giustizia Usa sull’entità della multa per le presunte violazioni nella vendita di obbligazioni garantite da mutui subprime durante la crisi finanziaria. A fine settembre gli Usa hanno chiesto 14 milioni di dollari, cosa che ha fatto crollare il titolo Deutsche ai minimi da oltre 20 anni. Ora sono in corso trattative con i vertici della banca per concordare un importo più basso e chiudere il caso.

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