È accusata di voto di scambio la sindaca di Amantea Monica Sabatino. La Procura di Paola ha notificato un avviso di chiusura indagini alla donna, iscritta al Pd ma eletta con una lista civica, e al padre, Giuseppe Sabatino, accusato di aver fatto pressioni su alcuni agenti in attesa di stabilizzazione, perché avvantaggiassero la lista “Rosa Arcobaleno” nella campagna elettorale per le comunali del 2014, poi vinte con il 38,64% dei voti.

Appena eletta, Monica Sabatino e la sua amministrazioni sono state bersaglio di una serie di intimidazioni. Sull’automobile della madre e sul furgone di un consigliere comunale pochi giorni dopo il voto erano state ritrovate due buste contenenti proiettili.

Quanto all’inchiesta per voto di scambio, il padre della sindaca – che ha lavorato per 40 anni al Comune di Amantea e, andato in pensione, è stato inquadrato come esperto non retribuito – avrebbe compiuto “atti idonei al fine di coartare la libertà di autodeterminazione, paventando la perdita dell’opportunità della stabilizzazione lavorativa”.  Tutto, secondo i magistrati, sarebbe rientrato nella strategia per ottenere consensi elettorali.

La sindaca avrebbe infatti promesso “vantaggi consistenti nella stabilizzazione del contratto attraverso il superamento del concorso per l’assunzione di sette vigili in favore di numerosi elettori inquadrati come precari nel corpo di polizia municipale locale”. Agenti precari che avevano comunque raggiunto il limite di 36 mesi di servizio nello stesso ruolo all’interno del Comune di Amantea e che, sulla base di una direttiva europea, avrebbero dovuto comunque essere assunti in via definitiva. Chiuse le indagini, Sabatino e suo padre potranno presentare entro venti giorni le loro memorie difensive che la Procura dovrà valutare prima di chiedere il rinvio a giudizio.

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