Dice che non lascerà mai la corsa alla Casa Bianca da candidato presidente. Ha anche chiesto scusa. Ma non è bastato. Le parole pronunciate durante un fuorionda ritrovato dal Washington Post rischiano di spingere fuori strada Donald Trump. A un mese esatto dall’apertura delle urne, infatti, il partito repubblicano è nel caos, in rivolta contro il tycoon che si è conquistato la nomination sbaragliando tutti gli avversari alle primarie. Non serve nemmeno una presa di posizione della sua rivale Hillary Clinton. E il problema non è nemmeno il solito controcanto dell’acerrimo nemico Mitt Romney, ex candidato ai tempi della vittoria di Obama. No, a parlare è colui che dovrebbe essere la figura più vicina a Trump, il candidato alla vicepresidenza Mike Pence. “Non posso tollerare o giustificare le parole di Donald Trump sulle donne e non posso difenderlo” dice Pence, definito in queste ore “fuori di sé”. Pence si è rifiutato di sostituire Trump a un comizio nel Wisconsin, in cui il candidato presidente avrebbe dovuto apparire sul palco insieme allo speaker della Camera Paul Ryan, un altro che ha perso la testa per la rabbia quando è uscito il video (“Sono disgustato” ha detto). Perfino la moglie Melania ha detto che “le parole di mio marito sono inaccettabili e offensive”. Parole che sembrano anche un po “studiate” per liberare il prima possibile il campo da questo brutto incidente. 

In ogni caso tutto questo avviene a due giorni dal secondo confronto tra Trump e la Clinton, mentre si moltiplicano le richieste di figure del suo partito a lasciare la candidature e mentre un altro storico esponente del Gop annuncia che non voterà per i repubblicani: Arnold Schwarzenegger. Fonti vicine a Trump, raccolte dalla Cnn, hanno parlato del video come una “pietra tombale” sulla sua campagna elettorale. La Clinton va in surplace, usa pochissime parole, su Twitter: “Le donne hanno il potere di fermare Donald Trump”. Ma lui gioca la carta a suo favore, vestendo di nuovo i panni dell’uomo anti-establishment: “I media e l’establishment mi vogliono fuori dalla corsa. Ma io non lascerò mai la corsa e non lascerò mai i miei supporter”.

Il candidato vice Pence: “Offeso dalle parole di Trump”
Pesantissime le parole di Pence: “Come marito e come padre mi sento offeso dalle parole e dalle azioni descritte da Donald Trump“. Il candidato alla vicepresidenza sottolinea comunque come sia stato positivo che il tycoon abbia chiesto scusa al popolo americano: “Prego per la sua famiglia e per l’opportunità che domani sera avrà davanti al Paese di mostrare cosa c’è realmente nel suo cuore”.

Anche la moglie di Pence, Karen, viene descritta come furiosa ed è noto quanto contino le opinioni delle mogli dei politici in un Paese come gli Stati Uniti. Anche per questo, in questo caos che ha sconvolto i Repubblicani a un mese esatto dalle elezioni statunitensi, è emersa anche l’ipotesi clamorosa di uno switch tra Pence e Trump. Ma quest’ultimo ha già detto di non essersi mai ritirato da nessuna corsa.

Trump: “Gli elettori sono con me”
“Le chance che io molli sono pari a zero” afferma nel terzo intervento dall’uscita del video. “Il supporto nei miei confronti è incredibile”, afferma Trump che intende stroncare così ogni ipotesi di un passo indietro. In una intervista al Wall Street Journal Trump sottolinea come non abbandonerà mai la corsa alla Casa Bianca in nessuna circostanza, come in molti gli chiedono dal partito repubblicano. “Non mi ritirerò mai – afferma Trump – non mi sono mai ritirato nella mia vita”. “La gente mi sta chiamando e mi dice di non pensare a niente altro che andare avanti”, prosegue, sottolineando come chi gli chiede di farsi da parte non ha idea del sostegno che ho da parte della gente”. Trump riceve le critiche anche della moglie, la possibile first lady, Melania. Parole inaccettabili e offensive, dice. Subito prima di precisare, però, che “quello che ha detto non rappresenta l’uomo che conosco. Spero la gente accetti le sue scuse. Il suo cuore e la sua mente sono quelli di un leader”. Insomma, un po’ la tesi di Trump che ha detto che “in questi anni sono cambiato”.

E sui social diventa “palpeggiatore in capo”
Il rischio per l’esito della corsa elettorale è alto, in ogni caso. Sui social Trump è già diventato Groper in Chief, palpeggiatore in capo mentre è partito un pressing senza precedenti all’interno del partito repubblicano con decine di notabili a chiedere che si faccia da parte prima che sia troppo tardi. Tra questi il capo del partito repubblicano, Reince Preibus, che ha parlato di “affermazioni oscene”. Secondo le indiscrezioni è proprio lui in queste ore che starebbe inchiodando Trump alle sue responsabilità anche per capire se ci sono strade alternative da seguire. Del resto che non fosse una gaffe come tante altre il tycoon lo aveva capito subito, affidando prima a Twitter e poi ad un video delle scuse insolitamente immediate. Anche se a modo suo, parlando di “chiacchiere da spogliatoio e accusando Bill Clinton di aver detto cose ben peggiori delle sue.

Schwarzenegger: “Il Paese viene prima del partito”
Intanto Schwarzenegger annuncia che per la prima volta da quando è diventato cittadino americano, nel 1983, non voterà per i repubblicani alle presidenziali. “Anche se sono fiero di definirmi repubblicano, c’è un’etichetta a cui tengo più di ogni altra cosa e cioè l’essere americano”, ha spiegato in una nota la star del cinema ed ex governatore della California, dopo lo scandalo dei commenti sessisti di Trump. Schwarzenegger – che alle primarie si era schierato con il governatore dell’Ohio Kasich – ha aggiunto che non sa ancora per chi voterà, ma ha sottolineato che è un “dovere dei colleghi repubblicani dare la precedenza al proprio Paese piuttosto che al partito”. In precedenza a chiedere il ritiro di Trump era stato l’ex governatore dello Utah e l’ex candidato alla nomination del Gop per il 2012 John Huntsman.

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