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Isis, il nuovo libro di Formigli: “Il falso nemico? Tollerato più che combattuto. Un cancro diffuso in Europa”

di Irene Buscemi

Perché non riusciamo a sconfiggere il califfato nero, perché l’Isis, il terrorismo sono minacce così difficile da debellare per i Paesi europei? Prova a dare una spiegazione del caos vissuto in medio-oriente, arrivato al cuore dell’Occidente, il giornalista e conduttore tv Corrado Formigli nel suo nuovo libro, ‘Il falso nemico – Perché non sconfiggiamo il califfato nero’, edito da Rizzoli. Formigli è stato l’unico inviato a entrare a Kobane, la città a confine tra la Turchia e la Siria, occupata dallo Stato Islamico, ha viaggiato tra la Libia e l’Iraq. Il libro è una raccolta di pregevoli reportage, un’analisi politica della situazione. “L’Isis è un nemico vero, un nuovo stato nazista come alcuni dicono, ma molte potenze mondiali hanno tollerato questa presenza, la Turchia di Erdogan l’ha utilizzato in chiave anti-Assad, il dittatore della Siria, e contro i curdi, l’Arabia Saudita ha finanziato i jihadisti in chiave anti-sciita, così pensavano di tenere il cane feroce al guinzaglio, invece la bestia gli è sfuggita di mano, per questo gioco di specchi, tra falsi e veri nemici, il califfato non ha un volto chiaro” spiega il numero uno di ‘Piazzapulita‘, la trasmissione su La7. “L’occidente ha perso tempo, ha fatto troppi errori, l’invasione dell’Iraq nel 2003, non aver sostenuto la primavere araba siriana, il cancro oggi si è diffuso in Europa, più l’Isis perde terreno in medio-oriente più il conflitto si sposta nelle nostre città, questa guerra tra sunniti e sciiti ha travalicato i confini ed è diventata guerra contro l’Occidente” dichiara ancora Formigli. Per il giornalista i profughi che arrivano dalla Siria non sono una minaccia, ma anzi una risorsa, uno scudo da utilizzare contro il terrorismo, se vengono integrati. “L’Isis fa propaganda per non farli partire, così possono essere usati come carne da macello per i loro scopi, non è buonismo, l’integrazione è l’unica arma, ma questa Europa divisa – prosegue – non ha senso, sono rimasto molto colpito dal referendum in Ungheria, fatto contro mille profughi su una popolazione di due milioni, lo 0,013% in totale, vorrei tanto che Renzi non stringesse più la mano a uno come Orban

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