In Campidoglio “si dimette” anche il ragioniere generale. Anzi, no, “le dimissioni non risultano, è “regolarmente al lavoro”. Il Comune di Roma vive un altro giorno di cortocircuiti, se non di paradossi. Secondo Repubblica il sindaco Virginia Raggi ha protocollato le dimissioni di Stefano Fermante, il ragioniere generale. Secondo fonti dell’amministrazione, invece, “al momento non risultano le dimissioni”. Anzi, Fermante è “regolarmente al lavoro”. Un’altra giornata di confusione proprio durante le settimane – ormai quattro – durante le quali la Raggi sta cercando un assessore al Bilancio e alle Partecipate, dopo le dimissioni di Marcello Minenna, lo “scarto” di Raffaele De Dominicis (poche ore dopo la nomina) e il rifiuto di Salvatore Tutino. Dopo diverse ore, tuttavia, una parola definitiva sul tema non c’è. La Raggi resta in silenzio e non si è presentata in consiglio comunale, dove si discute di Olimpiadi. Il vicesindaco Daniele Frongia ha glissato sulla domanda dei cronisti rispondendo solo “Buongiorno”. Il punto di caduta si giocherebbe, per l’ennesima volta, sulle parole. Il capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato sostiene di aver ricevuto un messaggio da Fermante che recita così: “Ho evidenziato delle criticità mettendo a disposizione della sindaca l’incarico, le persone serie fanno così”. “Fermante è una persona seria – aggiunge Onorato – In Campidoglio manca da tempo un assessore al bilancio e tutte le responsabilità ricadono su di lui. Il ragioniere generale ha segnalato alla sindaca dei problemi, se non saranno risolti si dimetterà”.

Per tutta la mattina il Movimento Cinque Stelle d’altra parte ha assicurato di non sapere nulla delle dimissioni di Fermante: “L’ho appreso adesso a mezzo stampa, verificherò quello che è successo” dice il capogruppo Paolo Ferrara. “Niente dimissioni, non mi risulta – aggiunge il presidente della commissione capitolina bilancio Marco Terranova – Non sono informato abbastanza per rispondere”. Fino al paradosso finale, una sorta di cortocircuito: il Campidoglio spiega che “al momento non risultano le dimissioni del ragioniere generale Stefano Fermante che è regolarmente al lavoro”. Ancora in serata siamo rimasti alla vaghezza: “Io non lo so – dice Enrico Stefàno, altro consigliere M5s, vicepresidente dell’Assemblea capitolina – Sono qui dalle 8,30 di stamattina, non ho avuto modo di verificare”. A chi gli chiede cosa succederebbe in caso di dimissioni, Stefano risponde: “Troveremo un ragioniere generale altrettanto bravo e capace”.

Secondo Repubblica, dunque, il sindaco ha firmato e protocollato ieri le dimissioni di Fermante, in contemporanea con quelle di De Dominicis, venti giorni dopo che la giunta e il M5s avevano deciso di ritirare l’incarico all’assessore per via di un’inchiesta a suo carico. Ma secondo l’Ansa c’è di più: Fermante in realtà aveva già rimesso il proprio mandato nella seconda metà di luglio, ma da allora non sarebbe mai stato convocato dal sindaco Raggi. Così a inizio settimana il funzionario avrebbe reiterato il passo ufficiale. E quindi per questo la lettera sarebbe stata protocollata ieri, mercoledì.

La Raggi proprio ieri aveva spiegato di stare “lavorando sul bilancio”, anche perché “abbiamo una ragioneria che funziona benissimo“. Secondo Repubblica Fermante ha allegato alla lettera di dimissioni consegnata alla Raggi una relazione di 20 pagine nella quale spiega che le finanze della Capitale, sulle quali pesa un debito miliardario, sono al collasso. E l’addio, l’1 settembre, di Marcello Minenna, nominato assessore il 6 luglio e dimessosi in polemica con la sindaca l’1 settembre, ha fatto saltare la manovra di assestamento prevista al varo dell’aula entro fine mese.

Ma non solo. Sempre secondo il giornale, il ragioniere generale si è lamentato con i suoi collaboratori di essere “completamente isolato” e di lavorare “senza un indirizzo politico, visto che l’assessore al Bilancio si è dimesso il primo settembre e la sindaca in tutto questo tempo non ha mai voluto incontrarmi. Ma nella situazione in cui versa il Campidoglio i rischi sono troppo alti: i conti sono peggiorati, io sto in prima linea, esposto a critiche spesso feroci, senza che nessuno mi dica cosa fare. Una responsabilità enorme, che non posso sopportare da solo”.

Fermante, già vice ragioniere generale della Provincia di Roma, era stato nominato in Comune dal sindaco Pd Ignazio Marino nel dicembre 2014. Aveva sostituito Maurizio Salvi, che Marino trasferì all’ufficio Innovazione. Salvi, che aveva fatto il ragioniere generale per 10 anni, aveva peraltro vissuto un lungo scontro con la giunta – e in particolare con l’allora assessore ai Trasporti Guido Improta – per via dei finanziamenti al consorzio Metro C e i pagamenti riferiti all’accordo transattivo firmato con Roma Metropolitane. Salvi si opponeva a questi pagamenti, rifiutandosi di firmare i mandati per saldare le fatture presentate già da qualche giorno. Era sostenuto in questa posizione da Daniela Morgante, ex assessore al Bilancio che sarà il primo capo di gabinetto della giunta Raggi, prima a lasciare (denunciando gli scontri interni ai Cinquestelle) nella disgraziata estate del governo M5s in Campidoglio. Nota di cronaca: nonostante i no di Salvi e Morgante, alla fine i pagamenti per la Metro C partirono.

Per sostituire Fermante la Raggi starebbe pensando al suo omologo della città metropolitana di Roma Capitale Marco Iacobucci. Contatti ci sarebbero già stati e Iacobucci starebbe valutando la proposta, anche se l’interessato nega al telefono con l’Ansa: “Non posso dire nulla”. Iacobucci, già a capo della Ragioneria della Provincia di Roma, aveva come suo vice proprio Fermante. “Ho sentito il collega Fermante come ogni giorno per motivi di lavoro, ma non abbiamo parlato del suo caso né di altre ipotesi – ha detto Iacobucci – Abbiamo lavorato anche oggi come sempre, ma non sono stato personalmente in Campidoglio. Chi c’è stato lo ha trovato regolarmente al suo posto”.

Tornando alle questioni della giunta Raggi, intanto, dopo che il consigliere della Corte dei Conti Salvatore Tutino si è fatto da parte, continua il totonomi per il posto da assessore al Bilancio. Tra quelli circolati nei giorni scorsi ci sono: l’ex vicecomandante generale della Finanza Ugo Marchetti, l’ex ragioniere dello Stato Mario Canzio, gli economisti Nino Galloni, Antonio Lacetra, Alessandro Pantoni, Massimo Zaccardelli e Lucrezia Reichlin.

Inevitabile la polemica politica dell’opposizione. Il Pd, in particolare, parla con Roberto Morassut di “Capitale a rischio di paralisi definitiva”. “Ho appreso dai giornali questa notizia – aggiunge Marco Palumpo, consigliere Pd e presidente della commissione Trasparenza – Aspetto una smentita ufficiale del diretto interessato. L’unica cosa che ho fatto da presidente della commissione trasparenza è chiedere la copia della relazione di Fermante sullo stato patrimoniale delle finanze del comune. Penso sia un po’ in polemica con la mancata condivisione delle scelte con la maggioranza”.

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