In Kuwait, come abbiamo già evidenziato in altre occasioni, esprimere critiche nei confronti degli al Sabah, la famiglia reale al potere, può costare caro.

Ne sanno qualcosa le decine di dissidenti finiti in carcere negli ultimi anni, il più noto dei quali è l’ex parlamentare Musallam al Barrak, che sta scontando una condanna a due anni per aver criticato durante un comizio il re, l’emiro Sabah al Ahmad al Jaber al Sabah.

Il dissenso cova da alcuni anni anche all’interno degli al Sabah.

Così, martedì scorso Abdullah Salem al Sabah (nipote di Abdullah al Ahmad al Sabah, defunto fratellastro del re) si è visto condannare in primo grado a tre anni di carcere e a una multa equivalente a circa 15.000 euro per aver criticato il governo attraverso video-messaggi pubblicati su Snapchat.

Abdullah Salem al Sabah, che ricorrerà in appello, ha avuto già altri guai giudiziari: nel 2012 è stato interrogato per aver criticato la famiglia reale su Twitter e nel 2015, sempre per lo stesso motivo, è stato tenuto in carcere per 10 giorni.

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