Se vince il No al referendum, il Movimento 5 stelle potrebbe valutare un’ipotesi di governo di scopo per modificare la legge elettorale e andare al voto nel 2018. Anzi no, decide il presidente della Repubblica e comunque a Palazzo Chigi “il M5s ci va solo con il voto”. Il ritorno in televisione dei 5 stelle dopo il caos della giunta a Roma crea un nuovo caso. Il deputato Alessandro Di Battista su La7 ieri sera intervistato sui possibili scenari dopo la consultazione sul ddl Boschi non ha chiuso all’eventualità di trovare una mediazione per modificare il sistema di voto. Un’idea subito frenata dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: “Se vincesse il No al referendum e Matteo Renzi si dimettesse in quel caso sarà il presidente della Repubblica a tracciare la strada. Noi al governo ci andiamo solo con i voti degli italiani“. Eppure il collega Manlio Di Stefano poco prima ad Agorà su Rai3 aveva detto che l’idea era sul tavolo e che i 5 stelle se lo chiede il Colle “sono pronti”. Dal Pd nessuna sponda, almeno per il momento: “Non si avventurino in ipotesi irrealistiche anche perché vince il Si”, ha commentato il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.

Le controverse aperture dei colleghi hanno provocato nervosismo tra i 5 stelle. Il direttorio dietro Di Maio ha cercato di smentire l’ipotesi, da Carla Ruocco a Roberto Fico, e le voci sono unanimi per ribadire che i grillini vogliono il ritorno al voto senza passare per mediazioni e compromessi. Pure il senatore Nicola Morra è intervenuto in proposito: “La sovranità è del popolo, così recita la nostra Costituzione. E se appunto gli elettori italiani dovessero decidere di mandarci al governo, noi non ci sottrarremmo a tale responsabilità. Ma attraverso un’investitura popolare democraticamente legittima e trasparente, con una legge elettorale che non sacrifichi la rappresentatività in nome di una finta, ipocrita, governabilità”.

La frase che ha aperto il dibattito è quella di Di Battista che rispondendo a una domanda sull’Italicum a Otto e mezzo ha detto: “Cambiare l’Italicum? Per me deve essere cancellato. Se dovessero vincere i No Renzi se ne assume la responsabilità, fa un passo indietro. Per me si può andare al voto anche nel 2018, magari si può trovare un altro premier, un governo di scopo e fare quindi la legge elettorale”. Ma sosterrete un governo di scopo? “Dipende, qualora vincesse il No al referendum il giorno dopo valuteremo”. Poco dopo è stato Di Maio ha prendere tempo sull’argomento: “Se il quesito viene bocciato”, ha detto ospite di “Politics” su Rai3, “e se Renzi dovesse dimettersi, come ha detto lui è il presidente della Repubblica che decide. Io penso che gli italiani che voteranno No si aspettino le dimissioni di Renzi, poi se lui non vuol tenere fede a una promessa che ha fatto faccia pure. Se vince il No il nostro obiettivo sarà valutare la situazione. Il M5s non ha mai fatto governi di scopo ma siamo a aperti ad andare a votare il prima possibile”. E poi oggi ha precisato: “Ho sentito anche Alessandro stamani, ci siamo visti siamo tutti d’accordo. Noi abbiamo la nostra proposta di legge elettorale. Ma i punti fermi noi non li mettiamo in discussione. Sono però convinto che non ci sarà l’apocalisse dopo la vittoria dei No. Tutto ciò che c’è da fare sarà fatto. Ma per noi sono i cittadini sovrani a dover decidere”.

Questa mattina invece è stato Manlio Di Stefano a ribadire che l’ipotesi è sul tavolo della discussione. “Il governo di scopo vuol dire redditto di cittadinanza, riforma della giustizia e corruzione, per poi tornare al voto”, ha detto ad Agorà su Rai3. “Non mi sembra che Renzi abbia avuto voglia di dialogare con noi sulle riforme ma, se il presidente della Repubblica dovesse chiederlo per fare la riforma elettorale, il M5s sarebbe pronto”.

 

 

 

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“M5s potrebbe valutare un governo di scopo”. L’ipotesi di Di Battista a ‘Otto e mezzo’

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