Mentre l’Africa raddoppierà la sua popolazione, raggiungendo i 2,5 miliardi, nel 2050 l’Europa conterà 430 milioni di abitanti, settanta milioni in meno degli attuali. Ma non sarà una gabbia dorata quella che alcuni politici europei vorrebbero cinta da muri e filo spinato. La crisi ha inasprito un processo in corso da decenni: l’aumento delle disuguaglianze. Sia in termini di ricchezza che di reddito disponibile, gli europei hanno visto allargarsi la forbice tra il 10% più ricco e il resto della popolazione. “Un pericolo anche per l’a crescita”, ammettono ormai Ocse e Fmi. E le riforme imposte dall’austerity seguita alla crisi non migliorano le cose, anzi. Mercati del lavoro più flessibili e frammentati, salari più bassi e minori tutele hanno ulteriormente indebolito il reddito da lavoro in favore del capitale. E se a livello europeo il dibattito sulla tassazione delle transazioni finanziarie è ferma al palo, governi come quello italiano ribadiscono la contrarietà a introdurre un’imposta patrimoniale,

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