“Oggi i peggiori nemici del M5s sono nel M5s e non è la stampa che ha esagerato o gli avversari politici che sull’affaire capitolino ci hanno marciato”. Lo scrittore Roberto Saviano commenta così le vicende della giunta M5s in Campidoglio, negli ultimi giorni travolta da dimissioni e scontri interni. “La responsabilità che ha il M5S”, si legge in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, “è quella di aver spinto nel precipizio più profondo anche l’ultima briciola di fiducia che gli italiani ancora, gelosamente, conservavano nella politica. In quella politica che aveva tradito e rubato, insozzato e corrotto, ma che pure era ed è popolata da una folta schiera di onesti che non fanno notizia, che amministrano realtà difficili senza che nessuno si occupi di loro. Perché la politica è prima di tutto patto di fiducia, non solo con il Movimento o il partito, ma con il progetto e poi con la persona”. Lo scrittore scrive poi che non tutti sono “intercambiabili”: “Pensare che tutti siano intercambiabili e sostituibili mi restituisce il senso di una società che dovrebbe rattristarci. Uno vale uno significa che nessuno di noi deve avere un ego potenziato, ma “uno vale uno” spesso viene frainteso come “se non mi vai bene tu, avanti un altro”.

Secondo Saviano, lo spettacolo offerto dai 5 stelle è stato a suo modo un tradimento di chi ha affidato loro le ultime speranze. “Il punto – prosegue lo scrittore – è che per governare bisogna scendere a compromessi e il modo peggiore di condividere con i cittadini delle scelte che sanno di compromesso è attraverso mail private o messaggi telefonici fatti trapelare senza che ci fosse alcun accordo”. Il riferimento è ai messaggi e alle email tra il deputato Luigi Di Maio, la senatrice Paola Taverna e l’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo che sono stati pubblicati dai giornali nei giorni scorsi: le conversazioni private sono la prova che il membro del direttorio era a conoscenza dell’indagine a carico dell’assessora all’Ambiente, nonostante avesse sempre detto di non saperne nulla. “Questa è la negazione della trasparenza“, continua Saviano, “e pone un problema enorme tutto interno al Movimento”.

La politica, conclude il giornalista, “è altro e non basta essere novità per essere realmente diversi”. “Continuo a pensare che per fare politica ci vogliano competenze. Continuo a credere che la politica sia una professione che richiede competenze specifiche e che non lascia spazio a improvvisazioni. Questo vale per il M5s, per gli altri partiti e per il governo. Se non la pensassi così, sarei sceso in campo anch’io”.

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