Meno tasse per 5 milioni di francesi. Ad un anno dalle presidenziali, François Hollande promette una riduzione della pressione fiscale sulla classe media. Una manovra simile agli 80 euro di Matteo Renzi? Non proprio perché riguarda una fascia molto ampia della popolazione francese. Il ministro francese delle finanze, Michel Sapin, ha infatti spiegato che la riduzione delle imposte sul reddito andrà a favore dei single che guadagnano meno di 1700 euro netti e delle famiglie con un reddito inferiore ai 3800 euro netti. Inoltre il tetto si alzerà in presenza di figli: per le coppie con due bambini si arriva a 4500 euro, mentre per quelle con tre si sale fino a 5170 euro.
Secondo i primi calcoli del ministero delle finanze, l’operazione porterà un minor gettito fiscale per 1 miliardo di euro e andrà a vantaggio di 5 milioni di famiglie su un totale di 37 milioni di abitanti della Francia continentale. In pratica, una famiglia su sette beneficerà dei tagli alle imposte con un guadagno medio di “circa 200 euro”, a seconda dei casi, come hanno spiegato fonti ufficiali del ministero.

Per intenderci, un nucleo familiare con due bambini e un reddito mensile netto da 4100 euro, otterrà una riduzione delle imposte annuali pari a 360 euro. Una cifra che resterà nelle tasche della classe media francese favorendo la ripresa dei consumi. E’ questa in sostanza la principale differenza con gli 80 euro che il governo Renzi ha stanziato a favore delle fasce più deboli dei lavoratori italiani, cioè di chi guadagna una cifra compresa fra gli 8mila e i 26mila euro lordi annui. Tuttavia, secondo il quotidiano economico Les Echos, difficilmente la manovra espansiva farà dimenticare ai francesi lo “choc fiscale” subito nel corso della presidenza Hollande.

Negli ultimi cinque anni, secondo l’Osservatorio francese della congiuntura economica, i francesi hanno pagato 35 miliardi di tasse in più rispetto al passato. La cifra record è stata peraltro raggiunta in un contesto sociale difficile con un tasso di disoccupazione in crescita. Non a caso il presidente Hollande ha anche pensato bene di prospettare un alleggerimento della pressione fiscale anche per le imprese. Il ministro Sapin ha annunciato l’arrivo a breve di misure per favorire il reinvestimento degli utili e facilitare la creazione di nuove imprese. Inoltre il governo francese si è detto intenzionato a ridurre dal 33 al 28% le imposte sugli utili delle piccole e medie imprese fra il 2017 e il 2018. Le grandi aziende dovranno invece attendere il 2020 per assistere ad un alleggerimento della pressione fiscale.
Il ministro Sapin non ha però spiegato come coprirà in bilancio il minor introito fiscale. In compenso ha ribadito la volontà del Paese di portare il rapporto deficit/pil fino al 2,7 per cento.

“E’ un impegno che abbiamo assunto di fronte al Parlamento europeo e porteremo avanti”, ha assicurato Sapin. Sapendo bene che la popolarità di Hollande e del Partito socialista è ai minimi termini. E che quindi fra poco meno di un anno (le presidenziali sono in calendario per aprile) potrebbe toccare a qualcun altro andare a discutere con Bruxelles la questione dell’eventuale sforamento dei target fissati sotto la presidenza Hollande. Una situazione non molto diversa da quella che potrebbe configurarsi in Italia dove, proprio in questi giorni, il governo Renzi prospetta riduzioni delle imposte per cittadini e imprese.

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