In queste ore abbiamo tutti gli occhi puntati sulla scuola di Amatrice crollata nonostante fosse stata rifatta recentemente secondo le vigenti normative antisismiche ma la domanda che ogni genitore, ogni insegnate, ogni dirigente o collaboratore scolastico deve porsi alla riapertura della sua scuola è: quanto è sicuro il luogo dove insegno? La mia scuola da chi è stata costruita? Nei cassetti del preside o del sindaco c’è il certificato di relazione geologica e geotecnica? E quello di agibilità statica? Ancora: chi è il responsabile del servizio di prevenzione e protezione? Come vengono fatte le prove di evacuazione?

Ognuno di noi potrebbe partire dalla propria esperienza e raccontare aneddoti che rischiano di trasformarsi in tragedie, ma partiamo dai numeri, dai dati oggettivi per dimostrare ciò che deve essere chiaro a tutti: le nostre scuole non sono sicure e tutti o quasi “facciamo finta che tutto va ben”, come cantava Ombretta Colli. Non prendiamoci in giro: tra i responsabili delle stragi ci siamo anche noi, c’è il nostro debole senso di cittadinanza attiva.

A livello nazionale il numero di scuole presenti in territorio sismico è il 54% del totale degli edifici pubblici. Nelle zone classificate uno e due (ad elevato rischio) ci sono 13.742 edifici che rappresentano quasi il 30% del totale. Secondo l’ultimo rapporto presentato da Legambiente gli edifici in cui è stata eseguita la verifica di vulnerabilità antisismica tra i comuni a rischio nella zona 1 e 2 sono il 26,8%. Non solo: sebbene cresca leggermente l’attenzione rivolta alla costruzione di edifici con criteri antisismici (8%), costruire nuove scuole con criteri di bioedilizia continua a essere una pratica che i Comuni non adottano se non in alcuni regioni del nostro Paese (0,6%). Dal 2010 al 2014 le scuole costruite seguendo i criteri antisismici sono diminuite dal 10,3% all’8,7%.

Il Documento di valutazione dei rischi risulta predisposto nel 72% delle scuole riguardo alla sua diffusione e conoscenza, la situazione non è altrettanto positiva: nel 59% tutti i soggetti (studenti, personale docente e non, Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) ne sono a conoscenza, nel 20% lo conosce solo il personale, per il 14% è conosciuto solo dal Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione. Nel 7% delle scuole, infine, non è conosciuto da nessuno. La mancata conoscenza di questi dati da parte del 41% delle persone presenti a scuola finisce per vanificare l’importanza di questo documento. Senza parlare del certificato di agibilità statistica che secondo il dossier 2015 di “Cittadinanzattiva” era assente nel 30% delle scuole monitorate: questo perché il 50% delle aule è stato costruito prima del 1971, quando è entrato in vigore l’obbligo del collaudo.

Ma non basta un certificato: Amatrice docet. E allora chi controlla chi costruisce? E chi una volta realizzata una scuola ha il compito di assicurare il mantenimento di un luogo di lavoro sano? L’articolo 33 del D.Lgs. 81/08 è chiaro: su questo punto ne consegue che il ruolo di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dev’essere assunto da persone che si rendono conto della responsabilità di tale incarico.

Oltre i dati l’esperienza: quando al corso sulla sicurezza ho chiesto all’ingegnere responsabile del servizio prevenzione e protezione se fosse a conoscenza di quali certificati avesse la scuola dove insegnavo allora ho avuto una risposta evasiva. Allo stesso corso una collega delle scuola secondaria di primo grado, mentre veniva mostrata la legge 81 ha alzato la mano per chiedere: “Scusi, cos’è un comma?”.

Non basta: come vengono fatte le prove di evacuazione nelle nostre scuole? Vogliamo scambiarci qualche esperienza in merito? Mi hanno raccontato che nel migliore dei casi sono previste, programmate. In altri casi l’ingegnere passa dopo qualche ora a ritirare le “carte” compilate dalle maestre.

Ora provate per un momento ad immaginare quanto avvenuto ad Amatrice nella vostra città, a scuola, in pieno giorno. Che sarebbe accaduto? Alle amministrazioni, allo Stato il compito di assicurare investimenti seri; a noi il compito di essere maestri, genitori, presidi responsabili.

Articolo Precedente

Terremoto Centro Italia, “nelle scuole mancano piani di evacuazione per disabili”. La denuncia di Cittadinanzattiva

next
Articolo Successivo

Scuola, il concorso per i docenti è davvero troppo difficile?

next