Il futuro dei trasporti non sta solo nei sistemi di propulsione alternativi, nella guida autonoma o nel car sharing. Ma, paradossalmente, in un nuovo modello di business in grado magari di mettere insieme tutte queste cose, generando profitto costante giorno e notte. Parliamo ovviamente dei servizi di mobilità, verso cui i grandi dell’auto (e non) si stanno sempre più orientando. Il tutto senza non poche ritrosie, dal momento che i nuovi player all’inizio venivano visti dai costruttori tradizionali come potenziali minacce.

General Motors, in particolare, dopo essersi convinta (come altri) che non era conveniente rimanere fuori dal gioco, all’inizio dell’anno aveva investito 500 milioni di dollari in Lyft, l’azienda rivale di Uber nel trasporto condiviso, rilevandone il 9% del valore. Ebbene, secondo indiscrezioni che arrivano direttamente da Detroit il colosso americano dell’auto gli avrebbe da poco presentato un’offerta per l’acquisizione completa.

Offerta che sarebbe stata rispedita al mittente. Non perché non ci fosse interesse, visto che la stessa Lyft aveva sollecitato offerte d’acquisto “esterne”. E, anche se non se ne conosce l’importo, a quanto filtra da parte degli analisti quella di Gm era anche superiore alla valutazione complessiva di 5,5 miliardi di dollari. Quanto piuttosto perché l’azienda di S.Francisco avrebbe cambiato strategia, preferendo andare avanti da sola magari dopo aver trovato quache altro investitore privato.

Di soldi, in realtà, Lyft ha comunque bisogno perché si trova nel pieno della battaglia commerciale con Uber per affermarsi sul mercato delle app per il servizio di auto senza conducente. D’altro canto per General Motors, il cui attuale accordo con Lyft prevede la creazione di una rete di taxi senza guidatore, sarebbe stato un esborso economico importante visti i conseguenti investimenti. Chissà che in futuro non si creino le condizioni per riparlarne.

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