Il governo degli Stati Uniti sta valutando l’imposizione di sanzioni alla Russia dopo gli attacchi hacker ai sistemi informatici del Partito Democratico americano. L’indiscrezione è riportata dal Wall Street Journal che cita diverse fonti secondo cui Washington sta valutando di rispondere all’attacco hacker denunciato da Hillary Clinton lo scorso 31 luglio, e attribuito dalla candidata democratica ai servizi segreti russi. Nessuna decisione è stata tuttavia presa al momento.

“Sappiamo che i servizi di intelligence russi hanno hackerato il Democratic National Commitee e sappiamo che hanno organizzato la diffusione di molte di quelle email”, aveva detto Clinton in un’intervista a Fox News Sunday. “La Russia ha anche organizzato il rilascio delle email del Dnc”, ha continuato la candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Il riferimento era al furto e alla diffusione di quasi ventimila email, poi pubblicate da Wikileaks, che ha portato alla dimissioni di Debbie Wasserman Schultz, presidente del Democratic National Committee.

Intanto, riporta Bloomberg citando il sito DCLeaks, si è scoperto che gli hacker russi avrebbero “trafugato” anche le email dell’ex generale americano della Nato Philip Breedlove e quelle del filantropo statunitense George Soros. DCLeaks.com ha pubblicato le email in questione mostrando che riportano lo stesso ‘marchio‘ russo delle email hackerate ai democratici.

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