In Francia il turismo è calato del 10% nei primi sei mesi dell’anno. E la causa è quasi certamente legata alla paura di attentati terroristici. Lo ha dichiarato Matthias Fekls, segretario di Stato francese al Turismo, in un’intervista al Journal de Dimanche. A diminuire maggiormente è stato il numero dei turisti con il potere d’acquisto più forte, a danno degli hotel di lusso, ha detto Fekls. La città più colpita, come prevedibile dopo gli attacchi dello scorso novembre, è stata Parigi, dove la tendenza dei primi sei mesi è proseguita anche nel mese delle vacanze per antonomasia, luglio, quando si è registrata una flessione del 10%. Nelle altre province invece luglio ha fatto segnare un lieve aumento del 2%.

Secondo Fekls, l’80% dei visitatori in Francia sono ancora oggi cittadini europei. Non ci sono ancora stime precise sull’impatto della Brexit, e del conseguente deprezzamento della sterlina, sulle vacanze all’estero degli abitanti del Regno Unito.

La flessione era attesa dai mercati, che il giorno dopo gli attacchi della capitale francese e di Nizza avevano reagito punendo soprattutto i titoli di compagnie aeree e catene alberghiere. Ma arriva dopo che nel 2015, nonostante la strage nella redazione di Charlie Hebdo, la Francia aveva registrato un afflusso record di 85 milioni di turisti. “I media di tutto il mondo mostrarono l’unità del popolo francese. Dobbiamo essere orgogliosi del nostro modo di vivere”, ha dichiarato Fekls, ribadendo che il suo Paese ha l’obiettivo di rimanere la prima meta turistica del mondo e che sarà compito del governo modernizzare l’offerta. Un’attenzione particolare sarà rivolta alla Costa Azzurra, che è molto dipendente dal turismo ma, dopo la strage di luglio, rischia di perdere molti visitatori.

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