Bagarre alla Camera durante la discussione sul bilancio interno del 2015. Lo scontro fluviale vede come protagonisti principali i deputati del M5S, contestati vivacemente da altri gruppi, Pd in testa, per l’iniziativa auspicata da Luigi Di Maio: il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la riduzione degli sprechi. “E’ una proposta che facciamo da 4 anni e voi come maggioranza ci bocciate sempre” – sottolinea il vicepresidente pentastellato della Camera – “Ora noi proponiamo anche che tutto quello che tagliamo da questi privilegi e da questi sprechi debba essere trattenuto in un fondo della Camera per aiutare, ad esempio, le piccole e medie imprese italiane”. E aggiunge: “La Camera quello che restituisce lo dà al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che come spesa centrale dello Stato è aumentata del 12 per cento. Cari signori, ogni volta che sentite la Presidenza della Camera che si vanta di aver restituito dei milioni di euro dalla Camera al Ministero dell’economia probabilmente si sta finanziando il nuovo aereo blu di Renzi, la scorta di Alfano e tutti gli altri sprechi dei Ministeri”. Gli fa eco Riccardo Fraccaro, anche lui oggetto di proteste dai banchi del Pd e protagonista di un battibecco con Laura Boldrini. Il climax della polemica si raggiunge con Manlio Di Stefano, quando il deputato M5S osserva che molti parlamentari vivono da 30 anni solo di politica e non hanno fatto niente nella vita. Boldrini insorge insieme agli altri gruppi: “Non offenda i colleghi in quest’Aula perché qui ci sono molte professionalità. Tutti in quest’Aula hanno diritto a essere rispettati. Tutti”. La tensione dura svariati minuti, Di Stefano accusa il deputato di Sinistra Italiana, Adriano Zaccagnini, di dargli del ‘coglione’ e invita la presidente della Camera a redarguirlo. Poi, tra le proteste di Di Battista e dei colleghi, sbotta: “Questa sta fuori…”. Segue poi l’intervento del pentastellato Sorial, che denuncia gli insulti reiterati del parlamentare Pd Marco Miccoli, ma Boldrini sembra non ascoltarlo, così si scatena un altro vis-à-vis concitato. Ad arroventare l’atmosfera è il dem Ettore Rosato, che accusa: “E basta con questa demagogia! Il M5S dice delle sciocchezze, basta andare sul loro sito: prendono 8 mila euro al mese anche loro. Pd e altri partiti fanno la scelta di finanziare il partito con i loro soldi, mentre loro lo finanziano con un sito il loro partito, con i loro video, che finanziano la pubblicità delle lavatrici nei siti della politica, mettendoci i video di Di Battista e Di Maio e ci finanziano le lavatrici! Oppure ci vendono le energie rinnovabili di qualche ditta dei loro interessi”. E aggiunge: “Presidente Boldrini ma lo sa che a Livorno sono riusciti a rimettere i rimborsi spese per la benzina degli assessori? Cosa che non si vedeva da anni. Vedremo cosa farete a Roma sui costi della politica o se dite solo bugie”. Non ci sta Alessandro Di Battista, che respinge le accuse e precisa: “Si può benissimo fare i parlamentari della Repubblica con 3.100 euro netti al mese. Questo non è populismo, è questione di etica e di serietà. Perché uno può anche intascare 12 mila euro al mese, ma poi non vi lamentate se non vi fanno entrare in una piazza senza la scorta o se vi tirano secchi di letame (riferimento al governatore della Toscana Enrico Rossi, ndr)”

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