Nuovo attacco terroristico di al-Shabaab a Mogadiscio. Almeno 13 persone sono morte in un duplice attentato avvenuto nella mattina di martedì 26 luglio nella capitale della Somalia. Gli agguati sono stati subito rivendicati dal gruppo fondamentalista somalo di matrice islamista, legato ad al Qaida e presente nel Corno d’Africa dal 2006. L’azione è stata condotta con l’utilizzo di due autobomba guidate da kamikaze in un’operazione da vera e propria guerriglia armata.

Secondo quanto riferito dal capitano della polizia Mohamed Hussein, dieci morti, vittime di una prima esplosione, si trovano davanti all’ufficio della Mine Action Service (Unmas), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dello sminamento, situata nei pressi dell’aeroporto. Sette sarebbero agenti di sicurezza dell’Onu. La seconda esplosione si è verificata invece vicino ad un checkpoint delle forze governative somale. Dalla zona delle esplosioni proviene fumo bianco ed è in corso un via vai delle ambulanze con a bordo un numero ancora imprecisato di feriti, riporta una tv satellitare qatariota.

Sul web è immediatamente apparsa una rivendicazione dell’attacco terroristico da parte di Abdulaziz Abu Muscab, portavoce degli al Shabaab, in cui afferma che i “Mujahideen hanno preso di mira Halane, base delle forze straniere che occupano il Paese musulmano”. Nel l’ultimo anno gli Shabaab (che alla lettera in italiano vuol dire “i Giovani”) sono stati costretti alla ritirata dalle principali città somale, grazie all’offensiva guidata dalle forze dell’Ua, ma non sono state fermate le loro azioni di guerriglia. Solo un mese fa i miliziani avevano lanciato un’altra autobomba kamikaze contro un hotel nel centro di Mogadiscio, uccidendo 35 persone. L’1 giugno le vittime all’hotel Ambassador erano invece state 15.

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