I Cinquestelle “sospesi” danno lezioni a quelli ancora a pieno titolo dentro il Movimento. Parma, la città che dallo scorso maggio ha ricevuto un cartellino giallo dai vertici del M5s insieme al suo sindaco Federico Pizzarotti, sarà infatti presa a modello dai pentastellati di Livorno in tema di porta porta e differenziata. Una sorta di paradosso visto che da anni, precisamente dall’accensione dell’inceneritore di Ugozzolo, sul blog di Beppe Grillo i traguardi di Pizzarotti e dei suoi sono stati del tutto oscurati, a differenza di quelli di altre amministrazioni.

Concretamente però, pare che quanto fatto a Parma non sia da sottovalutare, tanto che il sindaco Filippo Nogarin, che a Livorno con i rifiuti ha avuto non pochi problemi dall’inizio del suo mandato, ha chiesto aiuto proprio al collega parmigiano. Nei giorni scorsi una delegazione di funzionari della municipalizzata livornese Aamps guidata dall’amministratore delegato Paola Petrone si è recata nella città ducale per incontrare l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli e alcuni tecnici di Iren, la multiutility che a Parma gestisce differenziata e inceneritore. Nogarin e Pizzarotti non hanno partecipato alla riunione tra tecnici, durante la quale si sono affrontati temi sul porta a porta e la tariffazione puntuale. “Il ‪#ModelloParma di raccolta differenziata continua a essere preso a esempio, sia in Italia che in Europa – si è limitato a commentare Pizzarotti su Facebook – In questi giorni, dopo il Comune di Bergamo, è venuta a trovarci una delegazione dell’azienda Aamps di Livorno per studiarne la qualità, i risultati e l’efficacia. Ottimo. Sono sempre di più le città italiane che si interessano al nostro progetto”.

Durante l’incontro è stata illustrata l’esperienza dell’amministrazione di Parma, che dal 2012 ha portato la raccolta differenziata al 74 per cento e che nel 2015 ha fatto raggiungere alla città il migliore risultato tra i Comuni capoluogo della Regione Emilia Romagna. “I dirigenti di Aamps volevano capire l’esperienza nel settore di una città simile per dimensioni a Livorno – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it l’assessore Folli – Alcuni esperti di rifiuti hanno indicato il nostro esempio, e così hanno chiesto di poterci incontrare”.

Del resto le due città a guida Cinquestelle hanno molti punti in comune oltre alle dimensioni. Anche a Livorno c’è un inceneritore, così come a Parma. E anche Nogarin, nonostante le assicurazioni in campagna elettorale, non riuscirà a chiuderlo entro la fine del suo mandato. Una promessa mancata, che ricorda quella di Pizzarotti di non accendere il forno di Ugozzolo, che a suo tempo è costata al sindaco di Parma la fiducia di Grillo e Gianroberto Casaleggio. Senza contare che anche Nogarin, come Pizzarotti, è indagato, anche se per lui non sono arrivati provvedimenti dai vertici Cinquestelle, che invece a maggio hanno deciso di sospendere il primo cittadino di Parma, accusato di non aver comunicato subito dell’avviso di garanzia. Da allora Pizzarotti aspetta il verdetto sulla sua posizione, ma nonostante il suo “ultimatum” della scorsa settimana per ora nessuno dai vertici e dal direttorio del M5s ha rotto il silenzio.

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